Nazionale e club islandesi sono due cose ben distinte e purtroppo si vede. L'FH è la squadra dell'isola che nell'ultimo quinquennio ha accumulato più esperienza a livello europeo, ha a disposizione la rosa più competitiva e, nonostante ciò, esce miseramente al primo impatto col calcio continentale.
Il giustiziere è il Dundalk, squadra irlandese dell'omonima città. E' la seconda squadra con più titoli d'Irlanda e da due anni sta dominando campionato e coppe di casa propria. Avversario ostico sulla carta, ma di pari livello e contro il quale era lecito aspettarsi il passaggio del turno.
Invece no. Dopo il buon pareggio fuori casa, l'FH riesce a dilapidare il match point che aveva a disposizione fra le mura amiche con una prestazione nervosa e ad intermittenza. Al contrario il Dundalk ha saputo tenere i nervi saldi nei momenti più difficili e ribaltare la partita grazie anche alle brillanti intuizioni del suo allenatore.
Kassim Doumbia è stato l'anello debole della difesa bianconera. Tutto il reparto ha patito i veloci attacchi degli avanti del Dundalk (visir.is)
Invece no. Dopo il buon pareggio fuori casa, l'FH riesce a dilapidare il match point che aveva a disposizione fra le mura amiche con una prestazione nervosa e ad intermittenza. Al contrario il Dundalk ha saputo tenere i nervi saldi nei momenti più difficili e ribaltare la partita grazie anche alle brillanti intuizioni del suo allenatore.
I primi 25' sono stati di marca bianconera mentre il Dundalk, con un gioco molto fisico, cerca il punto debole fra le fila avversarie. Al 20' passa l'FH con Sam Hewson che finalizza una splendida azione corale manovrata da Steve Lennon. La partita si accende e gli irlandesi, sostenuti da quasi 150 tifosi, iniziano a farsi vedere dalle parti di Gunnar Nielsen che si esibisce in diverse parate. L'FH però regge e ribatte colpo su colpo, dando l'impressione di riuscire a tenere il controllo della partita.
Così non è. Nell'intervallo Stephen Kenny, allenatore del Dundalk, opera un cambio e passa dal 4-4-2 al 4-3-3, dando ordine di aggirare il folto centrocampo bianconero e di puntare Kassim Doumbia. Il difensore maliano già nel primo tempo aveva sofferto molto la velocità degli irlandesi. Al rientro dagli spogliatoi l'FH sparisce dal campo.
Al 50', su calcio d'angolo per il Dundalk, David Thor Vidarsson trattiene in maniera evidente un avversario e l'arbitro, l'italiano Valeri, decreta il calcio di rigore. Gunnar Nielsen azzecca l'angolo e respinge. Gli uomini di Kenny però non perdono la calma e sentono il goal nell'aria.
Passano solo due minuti e David MacMillan pareggia con un tiro debole ma preciso da fuori area, sul quale Nielsen è in evidente ritardo. Gli irlandesi si esaltano e prendono il comando totale delle operazioni. Il raddoppio è la logica conseguenza e nasce da una bella azione innescata da Horgan sulla fascia sinistra. Doumbia è mal posizionato e non fa scattare il fuorigioco, MacMillan riceve un pallone che chiede solo di essere insaccato.
Al 66' Heimir Gudjonsson opta per un doppio cambio, Peter Vidarsson per uno spento Palsson e Finnbogason per un Bjarni Vidarsson nervosissimo. L'inerzia del gioco cambia, ma quelli dell'FH sono attacchi disperati e rischia più volte di capitolare per i contrattacchi irlandesi.
Al 78' pareggia Finnbogason ben innescato da Steve Lennon, ma per passare serve ancora un goal e di occasioni nitide non ne capitano più.
La partita si chiude al 93' con le tribune locali basite e i tifosi irlandesi che continuano a intonare cori così come fatto dal riscaldamento in poi. Jón Rúnar Halldórsson, presidente dell'FH, si aggira nervoso al bordo del campo. Prima dell'inizio della partita aveva dichiarato che la squadra è stata costruita per arrivare ai gironi di Europa League. La mancata qualificazione comporterà un mancato introito che, per un club semiprofessionistico come l'FH, sarebbe stato tanta manna.
Il rammarico è molto come sono stati evidenti i limiti dell'FH. La squadra non ha retto la pressione e la prestazione collettiva è stata sotto le aspettative. Coach Gudjonsson ha almeno due colpe: non aver motivato la squadra nel modo corretto ed essere intervenuto sulla formazione quando ormai il risultato era compromesso.
Evidentemente la strada da fare è ancora tanta e le speranze europee ora sono tutte sulle spalle del KR. Questa sera dovrà cercare una difficilissima vittoria sul campo degli svizzeri del Grasshoppers.
Ho visto la partita e alla fine ero più deluso di quando l'ITalia ha perso l'europeo contro la Francia ai supplementari.
RispondiEliminaAvete scritto bene che Gudjonsson ha sbagliato completamente approccio alla gara, ha anche sbagliato i cambi e i tempi dei cambi. Mentre quello irlandese è stato bravo a rimetterla in carreggiata.
L'FH ha regalato la partita al Dundalk che comunque ha meritato e sono andati più volte vicini al 3-1. Dopo il primo goal si è completamente seduto sicuro della qualificazione, poi quando hanno visto che la qualificazione stava per sfuggire non hanno retto la pressione.
Il KR questa sera uscirà di sicuro, un bilancio così terribile non lo ricordo negli anni scorsi.
Scusate lo sfogo
Alan