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giovedì 10 agosto 2017

L'Islanda e la sua musica: non solo rock alternativo. Viaggio tra i meandri del metal estremo islandese

Ultimamente abbiamo deciso di dedicare una serie di articoli, scritti da noi redattori di CIEF, riguardanti alcune nostre passioni che hanno a che vedere con l'Islanda, ma che esulano al tempo stesso dal contesto calcistico. Se qualche giorno fa, infatti, vi abbiamo parlato di un numero di Martin Mystère ambientato proprio in Islanda, chi vi scrive oggi vi parlerà, invece, di musica islandese.

Un'immagine degli Svartidauði tratta da un live del 2011. Foto di Þórgunnur Þórsdóttir.


Ma attenzione: non vi parlerò dei vari Björk, Sigur Rós, Of Monsters and Men, di Emilíana Torrini o dei múm, e nemmeno degli Hjaltalín o dei Gus Gus! Tutte band o artisti che mi piacciono, beninteso, ma il luogo dove voglio portarvi è un sottobosco underground molto meno conosciuto, oltre a non essere adatto per tutte le orecchie, per quanto pure interessante e variegato. Mi riferisco infatti al metal estremo d'Islanda, con particolare interesse verso il black metal e il death metal.

Immagine promozionale della one man band Wormlust. L'estetica non è certamente quella di una band adatta a tutti...

La diffusione del metal estremo in Islanda è molto recente, rispetto a quella degli altri Paesi scandinavi, terre notorialmente fertili per questi generi musicali. Negli anni '90 e '00, infatti, sono poche le formazioni estreme dell'isola che sono riuscite a farsi notare anche fuori dai confini islandesi: tra queste, vanno citati i Fortíð (ancora attivi, ma trasferitisi in Norvegia) e soprattutto i Sólstafir, i quali però hanno velocemente virato dal black metal degli esordi verso un sound sempre più morbido, che attualmente presenta un post-metal ammantato di forti contaminazioni rock. Tra l'altro, è una band che è diventata molto conosciuta a livello internazionale ed è uno dei gruppi musicali di punta di tutta l'Islanda. Ma non divaghiamo.

Logo dei Fortíð, band black metal islandese che oggi ha base in Norvegia.

Ad oggi, il black metal è nettamente il sottogenere metal più suonato nell'isola, con decine di band molto apprezzate anche fuori dai confini nazionali: un risultato notevole per un Paese di poco più di 300mila anime! Tra i gruppi più conosciuti non si possono non nominare gli Svartidauði, band molto particolare diventata nota grazie al disco "Flesh cathedral" (che si può ascoltare interamente su YouTube): in quest'album, la band si contraddistingue per la durata delle canzoni (superiore ai dieci minuti), un basso presente e pulsante, e un cantato growl con un registro particolarmente basso. Gli Svartidauði, peraltro, fanno un grande uso di dissonanze, caratteristica comune a molte band islandesi. Come anche gli ottimi Misþyrming, se possibile più caotici e ferali (provare per credere): il loro disco "Söngvar elds og óreiðu" (rilasciato dalla casa discografica Terratur Possessions nel 2015) è stato molto acclamato da fan e critica, tanto da andare sold out nel giro di brevissimo tempo, per poi essere ristampato più volte. Peraltro i Misþyrming hanno dimostrato anche un certo talento per i testi: molto poetica è la canzone "Ég byggði dyr í eyðimörkinni", titolo che può essere reso in italiano con "Ho costruito una porta nel deserto".

Copertina dell'ultimo lavoro dei Nornahetta, "Synesthetic pareidolia", uscito pochi mesi fa.

Chiaramente non finisce qui: da citare sono anche i Sinmara, anche loro seguaci del filone del black metal dissonante, la one man band Wormlust (sempre black metal, ma ricchi di influenze ambient e a tratti quasi psichedelici) e i Nornahetta: questi ultimi sono piuttosto curiosi, perché tutta la loro musica è completamente improvvisata, testi compresi. Notevoli anche i Norn, che incrociano il black metal all'hardcore punk e sono dichiaratamente antifascisti. Stanno riscuotendo successo anche gli Zhrine, che di recente hanno anche suonato in Italia al "Death Over Venice", festival death metal organizzato in provincia di Venezia. Decisamente devoti al death metal tecnico e atmosferico dei canadesi Gorguts, con forti elementi black metal, gli Zhrine nel 2016 hanno rilasciato il loro primo album, "Unortheta" (che si può ascoltare qui), con la Season of Mist, una delle etichette metal più importanti e autorevoli del momento.

Un'immagine tratta dal live degli Zhrine al "Death Over Venice", a Scorzè (Venezia).

Chiudo dicendo che molte di queste band sono spesso protagoniste live all'Eistnaflug, il festival dedicato al metal più importante di tutta l'Islanda (che si tiene annualmente, a luglio), sebbene molti di questi gruppi suonino spesso all'estero. Ci sarebbe molto altro da aggiungere (e diverse band di cui parlare meglio), ma mi auguro di aver offerto uno spaccato sufficientemente interessante di un aspetto poco conosciuto dell'Islanda musicale a livello "mainstream". Per chiudere mettendo d'accordo calcio e metal estremo, vi propongo un video dell'esultanza del mitico telecronista Guðmundur Benediktsson a Euro 2016, dopo il gol vittoria contro l'Austria. La musica in sottofondo è dei Misþyrming.

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