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lunedì 24 ottobre 2016

Effodeildin, 27ª giornata - Víkingur føroyameistari! Nove trofei in otto anni: è l'alba di una nuova era...

Triplice fischio ad Argir, e il calcio mostra la sua doppia faccia: c'è chi piange per la retrocessione e chi gioisce per il primo titolo di campione. È questa l'estrema sintesi della partita che consegna al Víkingur Gøta il primo titolo della sua storia. Una vittoria incredibile, cercata ma ad un certo punto anche insperata, arricchita dal gusto che dà un trionfo dopo tanta fatica. Un risultato altamente simbolico, perché il titolo del KÍ Klaksvík sarebbe stato un ritorno al passato. Invece, la gloria nerazzurra è la novità assoluta nel panorama faroese, l'inizio di una nuova era.


Per questo articolo sul finale di Effodeildin, non ci sarà la divisione partita per partita, anche perché Argir e Fuglafjørður sono diventati i due poli dell'attenzione degli sportivi faroesi per un pomeriggio. La trasferta più complicata ce l'ha senza dubbio il KÍ Klaksvík, ma il destino è tutto nelle mani del Víkingur Gøta. Che dopo undici minuti ha il primo match-point: Sørin Samuelsen atterra Erling Jacobsen in area e costringe l'arbitro ad ammonirlo e a concedere il rigore agli avversari. La tensione gioca un brutto scherzo ad Atli Gregersen che colpisce il palo, ma sulla ribattuta è bravo Sølvi Vatnhamar ad anticipare tutti e a siglare l'1-0. Sugli spalti i nerazzurri gridano subito alla vittoria perché nello stesso momento arriva la notizia del gol di Adeshina Lawal sul KÍ. Il campionato potrebbe essere finito già qui. Ma l'AB non è intenzionato a fare da spettatore, e al 20° Patrik Johannesen manda tutti a farfalle con una grande giocata in mezzo a tre difensori, siglando un pari a dir poco spettacolare. Il Víkingur allora lascia riemergere le solite paure, e rischia di subire un'imbarcata: pochi minuti dopo all'AB viene annullato un gol per un fallo su Hanus Jacobsen, e al 29° un altro ancora perché la palla, durante il cross, aveva già varcato la linea di fondo. Insomma, i nerazzurri ballano paurosamente, ma un contropiede magistrale mette Andreas Olsen nella condizione di riportare i suoi in vantaggio. È una sofferenza enorme, ma il Vikingur ne sta uscendo vincitore. La gioia, però, anche stavolta dura poco: qualche giro di lancetta e dall'arena biancorossa giunge la notizia del pari su rigore di Páll Klettskarð, concesso dopo un'ingenuità piuttosto evidente di Alex José Dos Santos. I primi tempi finiscono così: AB Argir - Víkingur 1-2, ÍF Fuglafjørður - KÍ Klaksvík 1-1. Nerazzurri a 61, azzurri a 58. Il merito va comunque alle due avversarie, che pur non avendo più niente da chiedere se la stanno giocando a viso aperto.

Nella ripresa, gli azzurri provano a far sentire il fiato sul collo ai loro avversari a distanza, e con due gol in due minuti di Niels Pauli Samuelsen chiudono il loro match. Il 3-1 del KÍ impressiona la banda di Hentze, che riesce a chiudere la questione soltanto al 79°, quando Andreas Olsen colpisce di nuovo in contropiede. La sua doppietta è il sigillo finale sull'Effodeildin 2016 che finalmente parla chiaro: Víkingur Gøta føroyameistari 2016! Ad alzare le braccia al cielo, con tanto di trofeo tra le mani, è una squadra giovanissima, fondata appena otto anni fa! Otto anni sono stati il tempo sufficiente per nascere, crescere, farsi le ossa in coppa e alla fine sbaragliare la concorrenza in campionato. Per una squadra faroese di norma questo è il massimo della gloria, ma i nerazzurri vantano nel palmarès anche il record di essere il primo club faroese ad aver superato due turni di seguito in una coppa europea, essendosi spinti fino al terzo turno preliminare di Europa League. Immaginarsi i Vichinghi alla fase a gironi richiede forse uno sforzo eccessivo di ottimismo, soprattutto considerando la fallimentare campagna europea di quest'anno. Nonostante ciò, in otto anni di vita questo club ha vinto nove trofei, una cosa che non è riuscita nemmeno all'HB dei tempi migliori: è il trionfo di un progetto nato vincente, che forse continuerà a crescere, ma che di certo ha già disintegrato le antiche mappe del calcio faroese. Non più solo Tórshavn e Klaksvík, ma anche i centri minori possono salire alla ribalta. Tuttavia, in tutti gli altri casi si è trattato di fuochi di paglia: l'EB/Streymur è passato dal titolo 2012 alla retrocessione nel 2015, mentre l'NSÍ Runavík è rimasto fermo a quell'unico campionato vinto nel 2007. A queste vittorie non è stato dato un seguito, forse perché non avevano un vero progetto alle spalle. Mancava un programma, che invece ha sicuramente sostenuto la società del presidente Brandur Jacobsen, perché nove trofei in otto anni non si vincono per caso. Un progetto talmente convincente che a fine gara, nonostante il dispiacere, l'AB Argir si congratula apertamente con i nuovi campioni, augurando loro il meglio per il futuro. I fuochi d'artificio sparati in tarda serata ad Argir, dove i festeggiamenti si prolungano per ore, potrebbero essere i primi di una lunga serie.

L'onestà però impone anche di guardare ad altri aspetti, perché in ogni vittoria c'è sempre un pizzico dei demeriti altrui: chi si mangia le mani è il KÍ Klaksvík, che dopo la vittoria nello scontro diretto è riuscito a sprecare la bellezza di sette punti di vantaggio. Poteva essere l'occasione per tornare a vincere il campionato dopo quello vinto per l'ultima volta nel 1999, ma gli azzurri devono evidentemente accontentarsi della sola coppa nazionale, vinta tra l'altro contro gli stessi nerazzurri. Insomma, la loro stagione è tutt'altro che fallimentare, perché quando vinci un trofeo non fallisci mai; ma se prima erano da 10 in pagella, con questo spreco di punti il voto non può essere più alto di un 7,5. L'altro grande fallimento è quelle delle squadre di Tórshavn, che alla fine hanno confermato la profezia che già facessimo alla 12ª giornata: sono rimaste entrambe fuori dal podio, e questo non succedeva dal 1992, e hanno addirittura rischiato di essere entrambe fuori dalle coppe europee, e questo non ha nessun precedente nel calcio faroese! Il B36 mette almeno una pezza all'anno nero della capitale, e si qualifica all'Europa League pur essendo quarto a causa del fatto che la finale di coppa nazionale si è giocata tra squadre già qualificate di diritto. Resta però la difficoltà a spiegare un crollo degli ormai ex campioni (per il B36) e a trovare una soluzione ad una crisi di identità (per l'HB).

Sugli altri campi, lo Skála saluta la prima salvezza della sua storia con un buon 2-2 strappato in extremis all'HB, mentre l'NSÍ Runavík consegna un 3-1 a domicilio al B68 Toftir, che abbandona l'Effodeildin con ben 80 gol subiti. Spettacolo invece tra B36 e TB, con i padroni di casa che salutano il proprio pubblico con un roboante 5-2. Ma nel giorno del trionfo del Víkingur Gøta, l'interesse è tutto verso la nuova stella che brilla nel firmamento faroese. Un firmamento semplicemente meraviglioso.
 

1 commento:

  1. Complimenti per l'articolo,bello e che racconta bene la situazione.
    Molto contento abbia FINALMENTE trionfato il Vikingur Gota, "tifavo" per loro senza dubbio,perchè dopo anni e anni di vittorie di coppe e il record nazionale fatto in Europa strameritavano questo riconoscimento!
    Clamoroso il modo in cui il Ki ha perso un campionato quasi vinto ma direi buona stagione comunque. male le squadre della capitale, vedremo se l'anno prossimo sapranno riscattarsi!
    Salgono in massima serie Eb/Streymur e Vestur che hanno vinto facilmente il campionato cadetto.

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