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giovedì 28 gennaio 2016

Pagelle di fine anno, Fær Øer - Poche gioie e poche sorprese

Se le onde scandissero l'andamento del calcio delle Fær Øer, si direbbe che il 2015 è stato un anno di relativa bonaccia con una mareggiata improvvisa.

Una fiera burrasca è arrivata a giugno in occasione della seconda vittoria su di una Grecia allo sbaraglio. Il 2-1 con cui è stata replicata la vittoria in terra ellenica, ottenuta a fine 2014, è stato l'unico acuto del calcio feringio.


Il bilancio della nazionale è più che sufficiente, avendo concluso il girone con 6 goal all'attivo e 17 al passivo e con la miglior differenza reti fra tutti i gironi di qualificazione affrontati nella storia recente.
Resta molto rammarico poiché, in uno dei gironi più facili, il risultato poteva essere ancora più eclatante. A tratti è sembrata addirittura raggiungibile la zona playoff, vista la pochezza di Finlandia e Ungheria, entrambe da decenni al di fuori del calcio che conta.

Sarà più severa la selezione per partecipare a Russia 2018 dove bisognerà battagliare con Portogallo, Svizzera, Ungheria, Lettonia e Andorra. Per mantenere un buon ranking (attualmente gli isolani sono in 96° posizione su 150) sarà indispensabile vincere contro Andorra e strappare qualche punto a Ungheria e Lettonia.

I club locali ci lasciano invece con l'amaro in bocca. Pesa l'eliminazione al primo turno di tutte le quattro partecipanti alle coppe europee. Era lecito aspettarsi qualcosa di più dopo l'exploit del Víkingur Gøta che, lo scorso anno, aveva raggiunto il terzo turno.

In Champions League il B36 ha perso 2-1 e 4-1 contro i gallesi del TNS (usciti ai rigori al turno successivo contro gli ungheresi del Videoton). In Europa League è andata peggio con l'HB bastonato dai lituani del Trakai (usciti al turno successivo coi ciprioti dell'Apollon Limassol) con due sonori 3-1 e 4-1, il Víkingur Gøta sopraffatto dal Rosenborg (arrivato alla fase a gironi) con un 2-0 interno e un onorevole 0-0 esterno, l'NSÍ Runavík battagliando col Linfield (fuori al turno successivo con gli slovacchi dello Spartak Trnava) vincendo 4-3 in casa e perdendo 2-0 fuori.

Il sorteggio non proprio benevolo non è una scusante davanti ad una sola vittoria, un pareggio e ben sei sconfitte complessive.

Il campionato locale non ha riservato grosse sorprese. Prime giornate a parte, dove l'NSÍ Runavík sembrava poter prendere il largo, è stato un dominio incontrastato del B36: 18 vittorie su 27 partite giocate, 7 pareggi, 2 sole sconfitte e sette punti di vantaggio sull'NSÍ Runavík. I gialloneri non sono riusciti a concretizzare il miglior attacco del campionato, ben 73 reti con quasi tre goal a partita di media. Merita una menzione d'onore Klæmint Olsen che, oltre a trascinare la sua squadra, si è laureato cannoniere del campionato per la terza volta di fila e sembra strano che nessuna squadra del continente lo abbia ancora addocchiato.

Terza piazza per il Víkingur Gøta che si conferma squadra da dentro o fuori: nel 2015 festeggia la quarta coppa nazionale di fila distruggendo l'NSÍ Runavík in finale (altra seconda piazza per i gialloneri) e la seconda supercoppa, anche questa consecutiva, vincendo ai rigori contro il B36. Singolare che una squadra così forte nelle coppe, in campionato smarrisca la strada perdendo partite incredibili come il 2-1 contro l'EB/Streymur ultimo in classifica.

L'HB  Tórshavn, squadra più titolata dell'arcipelago, fa notizia per esser fuori dai giochi per il secondo anno di fila. L'ultimo trofeo è lo scudetto del 2013, l'ultima coppa nazionale risale addirittura al 2004.

Chiude il gruppo delle prime un'altra grande che da tempo manca agli onori della cronaca, il KI Klaksvik. E' curioso notare come fra il KI, quinto classificato, e l'IF Fuglafjørður, ci siano ben quattordici punti di distacco. A parte lo stesso IF vicecampione nel 2013 e l'EB/Streymur campione nel 2012, si conferma il trend degli ultimi anni che vede un circolo ristretto di "grandi" a contendersi campionato ed altri trofei.

Fra le squadre che seguono c'è posto per due sole menzioni particolari. Segno più per la neopromossa TB Tvøroyri che raggiunge la salvezza senza troppi patemi. Anzi, non avendo ottenuto vittorie nelle ultime dieci partite, c'è il rammarico per non aver chiuso il campionato in posizione migliore. E' la squadra più vecchia dell'arcipelago e con più continuità, può essere la sorpresa per la prossima stagione. Segno meno per l'EB/Streymur che nel giro di tre anni è passata da sfidare il Manchester City alla retrocessione. Come ci ha spiegato il presidente della società, questo crollo è dovuto al drastico e improvviso ricambio generazionale che la squadra ha vissuto in questa stagione.

Solo due gli avvicendamenti in panchina a stagione in corso: Sámal Erik Hentze, artefice di una sudata salvezza con l'AB, subentrato all'esonerato Oddbjørn Joensen, e Milan Cimburović che ha sostituito il dimissionario Heðin Askham. Ben quattro erano stati i cambiamenti rispetto alla stagione precedente per un totale di sei panchine su dieci saltate nell'arco di un anno: niente da invidiare ai campionati professionistici.

Ultime parole per il campionato di seconda serie, la 1.deild. Raggiungono la promozione le due squadre retrocesse l'anno precedente dall'Effodeildin, vale a dire Skàla e B68, con gli arancioni che dominano il campionato (22 vittorie su 27, una sola sconfitta). E' singolare constatare che, nonostante il livello dilettantistico del campionato feringio, i valori in campo siano relativamente statici e poco propensi a regalare sorprese.


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