Festa sobria per la vittoria finale. Che questo trofeo sia decisamente snobbato lo si evince anche dal fatto che non è stato montato nemmeno un piccolo palco per i vincitori (foto presa da mbl.is) |
Ormai a poco più di una settimana dall'inizio del campionato, è tempo di prove generali. Per chi ci arriva, le finali di coppa di lega e di Supercoppa sono quindi appuntamenti davvero importanti. Non tanto per il valore in sé del trofeo, ma proprio perché gli allenatori provano a trarre gli ultimi spunti interessanti. Poi, se si vince, tanto di guadagnato; se si perde, l'importante è che almeno si sia giocato bene. E per il Breiðablik non c'è nemmeno questa già di per sé magra consolazione.
In realtà, a guardare le premesse nessuno avrebbe potuto predire un risultato del genere, nemmeno un mago. Ulteriore conferma a questa frase è il fatto che le due formazioni sono scese in campo in modo esattamente speculare, col 4-3-3. Ed effettivamente i primi minuti di gioco sono molto equilibrati, con i biancoverdi che si portano qualche volta in avanti senza creare pericoli seri. Intorno al quarto d'ora, però, il vento comincia a cambiare e l'FH comincia a farsi vedere in avanti: il fuorigioco - giustamente - fischiato ad Hólmar Örn Rúnarsson al 18° è solo il preludio di quanto accadrà tre minuti dopo, quando cioè avrà inizio la serata di grazia di Ingimundur Níels Óskarsson. Prima che accada l'imponderabile, però, c'è da dire che il vantaggio bianconero ha il merito di sare una bella scarica elettrica alla partita, che d'improvviso si anima. Nel giro di tre minuti, con due calci di punizione prima c'è l'opportunità dell'1-1 e poi addirittura del clamoroso 0-2. Questo botta e risposta va avanti per l'intero primo tempo, e in più di una circostanza l'intervento delle difesa o addirittura dei portieri è stato risolutivo. Nonostante ciò, la partita è estremamente corretta: la prima ammonizione cade solo al 44°, ed è per Ólafur Páll Snorrason dell'FH.
L'incredibile, quindi, accade tutto nel secondo tempo: la squadra di Kópavogur ha tutta la voglia di recuperare lo svantaggio, e quindi addirittura effettua una doppia sostituzione nell'intervallo. Ma gli effetti sono tutto il contrario di quelli sperati: l'FH, d'ora in avanti, si impadronisce del campo. E al 51° Óskarsson già sfiora la doppietta, ma il palo gli dice no. Nei minuti successivi, però, la situazione non cambia. Anzi, l'1-0 inizia a stare anche molto stretto ai bianconeri. Ólafur Kristjánsson allora capisce che le cose non stanno andando come dovrebbero: però, fa una mossa che in parte è saggia, in parte è il definitivo suicidio. Con mezz'ora ancora davanti, e la possibilità che la partita non finisse al 90°, si gioca gli ultimi due cambi (infatti, nelle finali in Islanda, così come alle Fær Øer, non c'è un tetto massimo di sostituzioni): almeno un cambio, il tecnico biancoverde lo azzecca, ed è quello di Gísli Eyjólfsson in luogo di Olgeir Sigurgeirsson. Ma al 62° è ancora l'FH a segnare, ancora con Óskarsson. A questo punto, per il Breiðablik inizia un disperato riversarsi in avanti, che produce qualche tiro non particolarmente insidioso, ma al 79° proprio Eyjólfsson accorcia le distanze tra lo stupore generale. Il messaggio arriva forte e chiaro all'FH che reagisce di conseguenza con una sostituzione: l'atteggiamento ora deve essere più accorto. Ma il sogno (o la paura, dipende dai punti di vista) dura poco: all'86° Óskarsson segna una clamorosa tripletta che di fatto chiude i giochi. Gli ultimi minuti sono dedicati ad una girandola di sostituzioni per far assaggiare il campo un po' a tutti: la sorte, però, vuole ricompensare anche Hólmar Örn Rúnarsson per il fuorigioco del 18° e quindi, con i biancoverdi psicologicamente morti, all''inizio del recupero arriva anche il suo 4-1.
Fallisce quindi il tentativo del Breiðablik di fare bis e contestualmente di vendicarsi per la finale del 2009, quando perse sempre con l'FH con tre gol di scarto (in quell'occasione però finì 3-0). Questa era la sua quinta finale giocata: avendo vinto solo quella dell'anno scorso, è dopo il Valur la seconda squadra ad aver perso più finali (6 a 4). Situazione completamente opposta quella dell'FH, che vince la sua sesta finale su sette disputate (l'unico a sconfiggerlo, guarda caso, fu il KR nel 2001, ai rigori): proprio con questa vittoria, con sei titoli contro i cinque dei bianconeri della capitale, ora l'FH è la squadra che ha vinto il maggior numero di coppe di lega. Adesso, tocca al KR rispondere immediatamente, e può farlo già domenica, nella Supercoppa contro i rivali del Fram: FH chiama, KR risponde?
Deildabikar, Finale
Garðabær, Samsung völlurinn, 25 aprile 2014, ore 21:00 (ore 19:00 locali)
Breiðablik - FH Hafnarfjörður 1-4 (0-1)
Reti: 21° Ingimundur Níels Óskarsson (FH) [0-1], 64° Ingimundur Níels Óskarsson (FH) [0-2]; 79° Gísli Eyjólfsson (Breiðablik) [1-2], 86° Ingimundur Níels Óskarsson (FH) [1-3], 90° Hólmar Örn Rúnarsson (M) [1-4]
Alla fine l'FH s'e' preso il primo trofeo di stagione, sara' un testa a testa col KR, visto che la Supercoppa col Fram direi che a parte suicidi sportivi dovrebbe essere poco piu' che una formalita'...
RispondiEliminaCon mia somma gioia, il KR non solo ha vinto la Supercoppa, ma forse l'allenatore legge questo blog, visto che come da me richiesto ha schierato Finnbogason e Ragnarsson!! Son soddisfazioni...
RispondiEliminaGuarda Alby, se Kristinsson leggesse questo blog sarei il primo ad essere felicissimo... Comunque l'articolo sulla Supercoppa è in arrivo, ma io non vedo l'ora che arrivi sabato per l'inizio del campionato!
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