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mercoledì 6 aprile 2016

Grinta di fuoco nella Terra del Ghiaccio

Pubblichiamo il resoconto che gli amici del blog calciodadietro.altervista.org ci hanno chiesto di scrivere sul campionato islandese. Manca meno di un mese all'1 maggio, giorno in cui si calcerà il primo pallone del nuovo campionato. Nell'attesa, ci è sembrato utile fornirvi qualche spunto per un veloce ripasso. Buona lettura!

L’Islanda, con i suoi 320.000 abitanti, è la nazione più piccola ad essersi mai qualificata ai Campionati Europei di calcio. In seguito alla qualificazione è finita sotto i riflettori, ma per gli sport di squadra islandesi non è una novità. La pallamano maschile nel 2008 ha conquistato uno storico argento alle Olimpiadi di Pechino, il basket ha dato non poco filo da torcere agli azzurri targati NBA all'ultima fase finale degli europei, la nazionale femminile di calcio è una realtà continentale consolidata.

Danilo Gallinari nel match contro l'Islanda agli ultimi europei (oasport.it)

E' la natura dell'isola ad aver sviluppato lo spirito di squadra di questo avamposto vichingo nel nord atlantico: ghiaccio, fuoco ed una terra che trema in continuazione hanno costretto gli abitanti a far fronte comune davanti a forze molto più grandi di loro.

L'ascesa del calcio è dovuta a motivi meno ancestrali. Questo successo nasce dieci anni fa quando il governo islandese ha deciso di investire pesantemente in attrezzature sportive per combattere il dilagare di alcool e fumo fra i giovanissimi. La costruzione di campi coperti da calcio a undici ha dato la possibilità alle squadre islandesi di giocare e allenarsi per tutto l’anno, mentre prima era possibile solo per pochi mesi fra estate ed autunno. Contemporaneamente è stata introdotta l’obbligatorietà del patentino UEFA B per allenare sia le prime squadre sia le categorie giovanili immediatamente precedenti. La combinazione di questi due fattori ha fatto salire vertiginosamente il livello del calcio islandese.

Le mitiche cascate di Goðafoss (howtotravel.us)

Che dire del campionato locale?

Innanzitutto è il campionato più breve d'Europa. La prima serie, detta Urvalsdeild, si disputa fra maggio ed ottobre. E' composta da dodici squadre che si affrontano in una partite di andata e una di ritorno per un totale di ventidue giornate. Il livello del campionato è semiprofessionistico. Attualmente in prima serie non ci sono squadre interamente composte da professionisti e non è raro che qualcuno arrivi ad allenamento ancora vestito da falegname o pescatore. Anche questo rende affascinante ed imprevedibile il campionato.

Per capire meglio la composizione deill'Urvalsdeild, facciamo un piccolo passo indietro: su 320.000 islandesi, 205.000 abitano nell'area metropolitana di Reykjavik che, oltre la capitale, include Kópavogur, Hafnarfjörður, Garðabær e altri sobborghi minori. Per questo motivo, ben nove squadre su dodici provengono da questa zona. Le squadre che si giocheranno il titolo del 2016 saranno:

L'Akranesvöllur, lo stadio dell'IA Akranes che sorge in riva al mare (img.webme.com)

Breiðablik: squadra di Kópavogur, viene da un ottimo 2015 dove ha vinto la Coppa di Lega e dal secondo posto in campionato.  Ha una rosa molto competitiva e le star sono il "Ballotta d'Islanda" Gunnleifur Gunnleifsson, 41 anni e in nazionale dal 2000, Oliver Sigurjonsson giovane talento ventenne del calcio islandese e già convocato in nazionale, Jonathan Glenn attaccante trinidegno e fra i migliori marcatori del campionato da tre anni. Ha perso il difensore Kristinn Jónsson, altro nazionale, emigrato in Norvegia. Nonostante il Breiðablik stia faticando in precampionato, è fra le squadre che si batteranno per il titolo.

FH: squadra di Hafnarfjörður, nel 2015 ha vinto il suo settimo titolo (il primo nel 2004). Ha mantenuto la stessa ossatura dello scorso anno: un ottimo mix fra esperti islandesi (il difensore Guðmann Þórisson, i fratelli Viðarsson, il bomber Atli Viðar Björnsson, classe 1980, 98 goal in 205 presenze coi bianconeri) e stranieri di belle speranze (il difensore maliano Kassim Doumbia, il centrocampsita inglese Sam Heswon, l'attaccante scozzese Steve Lennon e soprattutto il fortissimo terzino belga Jonathan Hendrickx) a cui si è aggiunto il portiere della nazionale faroese Gunnar Nielsen. Sono e restano la squadra da battere.

Fjölnir: squadra della capitale, relativamente giovane (è stata fondata nel 1988) è al terzo campionato consecutivo nella serie maggiore. E' una squadra molto giovane anche per età media. Ha perso i suoi talenti migliori nell'ultima sessione di mercato e nel precampionato sta soffrendo parecchio. Di recente sono arrivati il croato Jugovic e il danese Lund, entrambi centrocampisti. La scorsa stagione si è salvata senza correre nessun rischio, quest'anno ci saranno da stringere i denti.

Fylkir: altra squadra della capitale, nonostante abbia in bacheca solo due coppe nazionali, è la seconda squadra (dopo il KR) a vantare la permanenza più lunga in prima serie: quest'anno sarà la sedicesima stagione consecutiva. Ha una squadra esperta con una forte ossatura islandese. Dal mercato è arrivato lo spagnolo Sito, protagonista della salvezza dell'IBV nell'ultima stagione. Il Fylkir manca dall'Europa dal 2010 e in campionato il miglior piazzamento è il secondo posto del 2002. E' una squadra ostica e sarà la mina vagante del campionato, ma è difficile che riesca a ritagliarsi un ruolo di primo piano nel prossimo campionato.

ÍA: i gialloneri vengono da Akranes e sono l'ultima squadra non di Reykjavik che, nel 2001, ha conquistato il titolo. Questa piccola cittadina di neanche 7.000 anime è la "football city" dell'Islanda avendo conquistato ben diciotto titoli. Negli ultimi anni la sua stella si è offuscata e ha anche vissuto l'onta di più retrocessioni. Tuttavia possiede un'ottima scuola calcio, sta lanciando molti giovani e punta a riconfermare la tranquilla salvezza dello scorso anno.

IBV: squadra delle Vestmannaeyjar, piccolo arcipelago abitato da 4.000. Questa isola ha dato i natali a leggende del calcio islandese come Hermann Hreiðarsson, 89 presenze in nazionale e una carriera spesa in Inghilterra, e Margrét Lára Viðarsdóttir che a soli 29 anni è la miglior bomber della nazionale femminile (75 goal in 102 presenze). L'IBV è il simbolo di quello che è riuscito ad ottenere il calcio islandese: lavorare al meglio con ciò che passa il convento. Nella sua storia l'IBV è riuscito a vincere tre scudetti, l'ultimo nel 1998. La politica dell'IBV è di mischiare i propri giovani con un autentico plotone di stranieri (danesi, inglesi, salvadoregni, ugandesi, albanesi). Ogni anno riesce a pescare il jolly in campionati sconosciuti e a garantirsi la permanenza nel massio campionato. Viene da due terzultimi posti consecutivi, ha perso il suo calciatore migliore (lo spagnolo Sito), sostituito con il danese Maigaard. Che sia lui il jolly di quest'anno? Il precampionato procede fra alti e bassi, ma ci sarà da soffrire anche quest'anno.

L'arcipelago delle Vestmannaeyjar, abitato solo nell'isola principale (awesomeplaceonearth.com)

KR: squadra della capitale, è la Juventus dell'Islanda. Oltre a essere la squadra più vecchia, con i suoi ventisei scudetti è anche la più titolata dell'isola. Manca lo scudetto dal 2013 e nelle ultime due stagioni ha un po' deluso, ma per scuola e traduzione è di diritto fra le favorite per il titolo. Ha perso la sua stella, Gary Martin, inglese capocannoniere nel 2013 e nel 2014, sostituito col danese Kennie Chopart del Fjolnir. Nel suo organico ha nazionali islandesi e molti giovani che stanno facendo bene nelle selezioni giovanili. Da segnalare il rientro dalla Norvegia del centrale Indirdi Sigurdsson e l'arrivo dal Celtic Glasgow della promessa Holmbert Fridjonsson, attaccante ventiduenne di cui si parla molto bene, ma che non è ancora riuscito ad esprimersi ad alti livelli.

Stjarnan: i blu di Garðabær sono l'ultima squadra islandese ad aver affrontato un'italiana in partita officiale. Si tratta dell'Inter, pescata nei preliminari di Champions League dopo aver vinto a sorpresa lo scudetto e i primi turni preliminari. Diventata celebre per le esultanze dei suoi giocatori, è alla ribalta da pochi anni: la prima stagione in Urvalsdeild l'ha disputata nel 2009. Altra squadra "home made", ha un solo straniero in rosa (la punta danese Jeppe Hansen) e un ottimo mix fra giovani e vecchi vichinghi. Dopo aver vinto lo scudetto nel 2014, lo scorso anno ha deluso le aspettative rimanendo lontano dalla vetta e guadagnandosi l'Europa con una bella rimonta nelle ultime partite. La squadra è stata rinforzata con alcuni giovani interessanti, uno su tutti l'ala ventenne Heiðar Ægisson, prodotto del vivaio e confermato nonostante le mire straniere. Quest'anno lotterà per la consacrazione fra le grandi, mancata lo scorso anno.

Valur: altra squadra della capitale e seconda per titoli al solo KR. In bacheca ha venti scudetti e dieci coppe nazionali, l'ultima vinta lo scorso anno. In campionato in realtà manca dai piani alti da alcuni anni e l'ultimo scudetto risale al 2007. Con una squadra esperta e con pochissimi stranieri, può aspirare a tornare alla ribalta che la sua storia impone. Ha cambiato poco rispetto allo scorso anno. Può togliersi qualche soddisfazione anche in Europa, dove si è qualificata grazie alla vittoria in Coppa d'Islanda in un accesissimo derby con gli arcirivali delKR.

Vikingur Reykjavik: squadra rossonera della capitale fra le più antiche dell'isola, fondata nel 1908. Vanta cinque scudetti, ma l'ultimo risale al 1991. L'anno scorso, con una squadra molto giovane, è partita male salvo poi risollevarsi nella seconda parte del campionato. Ad una formazione per buona parte riconfermata, si sono aggiunti tre pezzi da novanta: la punta Gary Martin, soffiata al KR, il giovane capocannoniere della seconda serie Viktor Jonsson, il portiere neocampione d'Islanda Róbert Örn Óskarsson in arrivo dall'FH. Con questi pochi acquisti mirati, a cui si aggiunge il trequartista serbo Tufegzic, può puntare a riguadagnare la parte sinistra della classifica e perché no, anche un posto in Europa.

Víkingur Ólafsvík: squadra dello Snæfellsness, la penisola del vulcano dove inizia "Viaggio al centro della Terra", rappresenta la squadra dell'omonimo paese in cui abitano solo 1.000 abitanti. E' una piccola multinazionale: ci giocano uno spagnolo, tre bosniaci, un brasiliano, un croato, un senegalese, allenati dal guru bosniaco Ejub Purisevic. L'anno scorso ha vinto la serie cadetta e quest'anno torna in prima serie per la seconda volta nella storia. Restarci sarebbe un traguardo storico.

Þróttur Reykjavík: ultima squadra di Reykjavik e proveniente dai quartieri popolari della capitale. E' la seconda squadra neopromossa. Sta cambiando molto per lottare per la salvezza, ma l'unico colpo interessante registrato finora è il brasiliano Thiago, punta recuperata dal fallito FC Vestsjaelland (seconda serie danese). Nonostante sia stata fondato nel 1949 ha ancora la bacheca vuota e quest'anno il trofeo più ambito sarà la permanenza nella categoria. Il difficile precampionato disputato lascia presagire un difficile cammino da oggi ad ottobre.

Concludiamo il nostro report con le coppe nazionali.

Il Valur festeggia la vittoria dell'ultima coppa nazionale, vinta nell'acceso derby col KR (uefa.com)

La Coppa di Lega è il primo trofeo stagionale e si disputa fra marzo e fine aprile. Partecipano le squadra delle prime due serie, divise in quattro gironi da sei, con le prime due qualificate ai quarti. In palio non ci sono posti in Europa. Per questo e per altri motivi sta così a cuore alle squadre islandesi che lo scorso anno, la metà delle squadre qualificate ai quarti hanno rinunciato per proseguire il ritiro fuori Islanda. Viene spesso utilizzata per dare spazio alle seconde linee e lanciare i giovani più interessanti ed inoltre si disputa a mercato ancora in corso. Quest'anno, rispetto agli altri anni, il livello sembra leggermente migliore.

La Coppa d'Islanda invece si svolge durante la stagione regolare e vi partecipano tutte le squadre islandesi. Spesso ci sono incroci fra squadre di prima e ultima serie (quinto livello) che terminano con punteggi a due cifre contro zero. E' un trofeo molto ambito e dà diritto alla partecipazione ai preliminari di Europa League.

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