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mercoledì 31 dicembre 2014

Il punto della situazione - Fær Øer, la presa di Atene è l'evento dell'anno

Se vi aspettate toni celebrativi come quelli usati nell'articolo sul 2014 islandese, la vostra attesa sarà vana, ma non certo per una particolare scelta stilistica. Che il calcio faroese si tolga molte meno soddisfazioni rispetto a quello degli altri paesi nordeuropei è cosa nota, ma qualche risultato degno di nota c'è stato, nonostante - giova sempre ricordarlo - il professionismo non alberghi nello sport feringio. Tuttavia, prima di addentrarci nella nostra analisi e nel nostro ultimo articolo del 2014, proprio per questo voglio cogliere l'occasione per augurare un sereno 2015 a voi e alle persone a voi più care!
Con quest'immagine presa dal sito del comune di Fuglafjørður, il blog vi augura un buon 2015!

Se guardiamo oltre i confini dell'arcipelago, è abbastanza facile dire chi sia stata la regina incontrastata del 2014. Nelle coppe, il suo nome ormai è meglio di una garanzia: ovviamente, è il Víkingur Gøta. Spauracchio o forse incubo dell'HB Tórshavn, ha letteralmente martorizzato i rossoneri per un anno intero. Tutto è cominciato il 10 marzo, nella finale della Supercoppa faroese, alzato dai nerazzurri in casa dei rossoneri dopo una partita di sofferenza. Finì 2-1 e tanto bastò agli uomini di Sigfríður Clementsen per portare il primo trofeo dell'anno per la prima volta a Leirvík. La persecuzione è poi continuata in campionato, dove la squadra della capitale ha pareggiato due volte proprio contro i nerazzurri, perdendo punti fondamentali per il titolo che, infatti, poi sarebbe stato vinto da altri. I più pignoli, però, evidenzieranno che l'HB lo scudetto non l'ha perso certo col Vikingur, ma a Klaksvík, dove l'1-0 dei padroni di casa ha creato quel distacco col B36 che poi non sarebbe stato più recuperato. Verissimo, ma intanto se almeno uno di quei pareggi fosse stato una vittoria, il campionato avrebbe avuto un finale diverso. L'apoteosi, però, è stata la finale della coppa nazionale: ennesimo scontro tra l'HB e il Vikingur, vinto con un colpo di coda di Hansson. Una vittoria chissà quanto meritata che fece addirittura imbestialire dos Santos, espulso nel convulso finale di partita. Ma la forbice tra le due squadre, come dicevamo poc'anzi, si è allargata a dismisura soprattutto nelle coppe europee: nonostante un grandissimo orgoglio, male l'HB in Champions (non che qualcun altro avrebbe saputo fare di meglio), mentre straordinario è stato il Vikingur in Europa League, dove ha superato ogni aspettativa tanto da attirarsi, come ricorderete, i complimenti del signor Champagne, prossimo avversario di Blatter nelle elezioni dell'anno venturo alla presidenza della FIFA. Un'impresa impreziosita dalla vittoria esterna a Tromsø per 2-1, anche se poi al turno successivo con l'HNK Rijeka è finita in modo antipatico. Intanto il record comunque è stato fatto: prima squadre faroese a superare due turni consecutivi in una coppa europea. Ciò, unito ai due titoli e al buon campionato disputato, basta a eleggere i nerazzurri miglior squadra faroese dell'anno.

All'HB, invece, non resta che leccarsi le ferite, che quest'anno sanguinano come non mai. Non bastassero infatti le due finali perse, c'è anche lo scudetto perso per uno scivolone in casa del KÍ Klaksvík, nobile decaduta del calcio dell'arcipelago. Senza quella partita, proprio come dicevamo prima, la squadra di Askham avrebbe almeno avuto qualcosa con cui consolarsi. Invece, non solo il danno, non solo la beffa, ma anche la derisione. Il primo posto, infatti, se l'è aggiudicato la rivale di sempre, il B36 Tórshavn, che ha vinto senza mai dominare. Anzi, ha avuto un andamento piuttosto incerto nelle coppe, e nello stesso campionato ha fallito numerose occasioni per allungare: se ad un certo punto si è creato un distacco con chi lo inseguiva, è stato proprio per demeriti delle concorrenti, non certo dei bianconeri che, al contrario, più volte hanno permesso agli avversari di accorciare le distanze. Insomma, adesso sarà anche la squadra campione in carica da quelle parti, ma non ha convinto pienamente.

Strana, invece, la parabola dell'NSÍ Runavík. Accumulati 12 punti nelle prime 4 partite, tanto da essere a sorpresa la prima capolista solitaria della stagione, nei restanti 23 incontri ha totalizzato invece appena 28 punti. Un rendimento completamente altalenante, ma che è bastato ai gialloneri per strappare un pass per l'Europa League (anche grazie al fatto che la finale di coppa è stata tra due squadre che si erano già qualificate in virtù del piazzamento in campionato), che per loro è un buon risultato. Invece, resta ancora a bocca asciutta l'EB/Streymur, tagliato fuori dalle competizioni continentali a causa di una differenza reti sfavorevole.

Arriviamo però alle note dolenti: parlando del KÍ Klaksvík, c'è da dire che la sua posizione è meritata, anche se non bisogna dimenticare che, nonostante una certa vicinanza alle zone nobile della graduatoria, siamo all'ennesima annata anonima. Tradotto in soldoni: la seconda città faroese sta sparendo dalla geografia del calcio locale, che già di per sé non si assesta a chissà quali livelli. Ma il titolo, per la verità poco edificante e per nulla ambito, di flop dell'anno spetta di diritto all'ÍF Fuglafjørður, capace di trasformarsi in meno di un anno da vicecampione a squadra che ottiene una salvezza stentata. Un tracollo davvero indecoroso che, senza le opportune contromisure, rischia di diventare qualcosa di peggio nei prossimi dieci mesi.

Capitolo zona retrocessione: non si può dire che non sia stata una battaglia emozionante, sebbene tutti avessimo più o meno capito in breve tempo chi l'avrebbe spuntata. L'AB Argir, chiaramente, era sempre un passettino avanti rispetto alle altre due concorrenti, cioè il B68 Toftir (forse la peggiore squadra dopo i biancorossi-flop) e lo Skála, che dopo una scalata ininterrotta dalle serie minori arresta la sua corsa e torna indietro. Gli arancioneri pagano in realtà un avvio shock, con le prima 15 giornate senza nemmeno una vittoria. Un numero altissimo di pareggi (8, preceduto solo dai 10 del Vikingur) che ha condannato la squadra ad una retrocessione che più che di bocciatura, sa di rimando. Con la giusta programmazione, a ben guardare potrebbe essere addirittura la favorita a salire dalla 1. deild (stesso nome della "Serie B" islandese), dalla quale invece quest'anno vengono promosse il TB Tvøroyri e l'FC Suðuroy.

Chiudiamo il cerchio parlando della nazionale. Ovviamente, non ha nemmeno lontanamente sfiorato la qualificazione al mondiale brasiliano, per cui ogni paragone con la nazionale islandese sarebbe davvero stupido e insensato. Anche parlare di Euro 2016 potrebbe essere azzardato, ma in realtà un piccolo lumicino possiamo accenderlo. Piccolissimo, quasi la sua fiammella viene vinta dal buio, ma chi guarda bene ne vedrà la fioca luce. Il girone in cui i faroesi sono stati inseriti verrebbe vinto a mani basse dall'80% delle squadre europee: è di un livello, se non infimo, quanto meno scadente. Guidato da Romania e Irlanda del Nord (che nemmeno sono a punteggio pieno), seguite dall'Unghieria, vede la partecipazione della Finlandia (il punto debole del calcio nordeuropeo) e della Grecia, in fase di disarmo totale dopo la buona avventura in Sudamerica. Ed è proprio con la vittoria ad Atene, l'ultima partita del 2014, che la nazionale faroese ha fatto toccare il punto più alto dell'anno a tutto il movimento calcistico. Un vero e proprio colpo di coda che ha fatto festeggiare tutto il paese. Ecco, questo può essere un buon punto di partenza per l'anno ormai incipiente, magari tentando un'impresa che supererebbe lo storico, ed entrerebbe nel leggendario.

2 commenti:

  1. Buon 2015 x le squadre faroesi!

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  2. Buon 2015 anche da parte mia per tutti! Speriamo sia un anno fantastico sia sportivamente che non! Auguri!

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