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sabato 31 ottobre 2015

Alla scoperta dei protagonisti - Intervista a Francesco Battistella, allenatore dei pulcini dell'Íþróttafélag Reykjavíkur

Francesco è un ragazzo friulano di 24 anni che non si è limitato a sognare di fare le valigie, le ha preparate ed è partito. In Islanda ha allenato per un anno le giovani dell'IR, squadra dei sobborghi della capitale, prima di trasferirsi in un'altra parte dell'isola.

Come ha sottolineato più volte, la sua è stata un'esperienza di secondo piano nel mondo del calcio islandese. Tuttavia la sua contemporanea conoscenza del calcio italiano ci permette di evidenziare le principali differenze fra questi due pianeti... così distanti.


Il campo dell'IR nel quartiere di Breiðholt, a sud di Reykjavik




1) Innanzitutto, dal Friuli all'Islanda. Come mai questo balzo?
Sono laureato in scienze motorie e come si sa c'è poco futuro per chi ha questa laurea. Ho avuto parenti che sono stati in Islanda in vacanza parlandomi bene del posto e mi sono detto che piuttosto che stare a casa a far nulla, potevo provare. Qui conoscevo già qualcuno ma, come si suol dire, non avevo la pappa pronta.

2) Come è iniziata la tua collaborazione con l'IR e che categoria hai allenato?
Il lavoro che ho trovato inizialmente non mi soddisfaceva. Era economicamente decoroso, ma tornavo a casa sempre stanco di testa e così ho deciso di cercarmi una squadretta di bimbi da allenare. L'IR è la squadra del quartiere dove abitavo. Ho allenato la categoria "5 flokkur" che sono i ragazzini di 10/11/12 anni. Non avendo la patente UEFA B non potevo allenare categorie superiori.

3) Anche in Islanda i genitori sugli spalti sono da squalifica?
No anzi. I genitori stanno a bordo campo e per bordo campo intendo proprio all'interno del terreno. Non hanno nessun "problema psicologico" che si riscontra in Italia.

4) L'Islanda è il paese al mondo col miglior rapporto fra abitanti e allenatori col patentino UEFA B. La federazione ha investito molto in nuove strutture coperte per permettere di giocare tutto l'anno. Ci sono altre ragioni dietro i recenti risultati della nazionale?
La nazionale islandese di islandese ha solo il nome. Ormai tutti i giocatori militano in squadre estere, inclusi quelli dell'Under21, e molti di loro hanno giocato pochissime stagioni nel campionato islandese. Il fatto rilevante che ha dato il via agli investimenti che citavi è la seria campagna sportiva che il governo ha avviato dieci anni fa per allontanare i ragazzi dall'alcolismo, che qua è una piaga sociale.

5) Diverso discorso riguarda i club islandesi che a livello europeo stentano a passare i primi turni preliminari. Come mai questa grande differenza?
Perché il calcio, come tutti gli altri sport, è praticato a livello dilettantistico. La serie maggiore è come un misto della nostra Lega Pro e Serie D con giocatori sia dilettanti che professionisti. Che io sappia solo il KR si sta accingendo a diventare un club totalmente professionista.

6) L'IR milita in 2.deild, per il terzo anno consecutivo ha sfiorato la promozione in 1.deild. Che ci dici a proposito di questa squadra? Come è composto lo staff che segue la prima squadra?
Premettendo che ho avuto poco a che fare con la prima squadra, l'IR segue i classici dettami della squadra giovane che vuol crescere ovvero un portiere, un difensore, un centrocampista e un attaccante di esperienza e gli altri decisamente acerbi. Lo staff è composto da un allenatore, un vice e un preparatore atletico. Con l'allenatore principale ho avuto pochi scambi significativi, salvo a fine stagione quando con i miei ragazzini abbiamo fatto un allenamento in comune con la prima squadra.

7) Come la maggior parte delle società islandesi, l'IR è una polisportiva.  Come riescono a coesistere così tante discipline in un'unica società?
La mia modesta esperienza è legata al calcio. In ogni caso hanno un supervisore unico per ciascuno sport e questi riferiscono al direttivo della società. Ogni società poi ha in gestione diversi impianti sportivi a seconda degli sport praticati che possono essere i più svariati.

8) A Reykjavik non manca la concorrenza... KR, Valur, Vikingur, Fjölnir, Fylkir, Fram, solo per citare alcune squadre. L'IR è radicato in qualche quartiere in particolare? Quali sono le rivalità più accese?
L'IR è radicato a Breidholt, un sobborgo di Kopavogur. Per l'IR nessun derby è sentito particolarmente. Le rivalità più accese riguardano le due squadre di Akureyri e quelle concentrate a Reykjavik. Comunque ripeto, essendo un campionato "dilettantistico" il discorso non è minimamente paragonabile all'Italia e spesso si incrociano giocatori della serie maggiore nei bar del centro.

9) Da allenatore, quali sono state le tue esperienze più curiose durante l'anno che hai allenato?
Decisamente fare allenamento con -10 in pantaloncini corti con i ragazzi che mi guardavano come se fossi un marziano. In realtà non ci sono stati momenti particolarmente strani. Piuttosto ricordo la correttezza dei ragazzi e la fiducia incondizionata che mi è stata concessa per il mio lavoro con loro. Questa si che è una particolarità per l'Italia, qui è un altro mondo.

10) Cosa ti manca di più dell'Italia?
Devo esser sincero? A parte la famiglia, nulla. Se potessi non tornerei in Italia, quantomeno non a viverci. Sono mondi talmente diversi che non posso dire quale è meglio e quale peggio, ma io mi trovo decisamente meglio qua.

8 commenti:

  1. Fantastica storia!
    Basta avere un po' di fantasia e un lavoro carino lo si trova :)
    Interessante la storia dei campi coperti per poter giocare sempre e la serietà delle istituzioni per distruggere la piaga dell'alcolismo. E' una cosa che deve partire dai genitori e dagli allenatori: in Italia giocano sempre i soliti, non importa se fumano, bevono, arrivano tardi agli allenamenti, insultano i compagni.. giocano loro e basta, qua c'è una mentalità mafioso, il più rissoso, il più cafone gioca sempre ma non per grazia ricevuta, bensì perché il mister viene considerato meno di un pezzo di carta straccia, questo perché è lui il primo a porsi in questa maniera servile.

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  2. Lo sport serve proprio a rispettare le regole e l'autorità. In questo caso credo che la differenza sia più dettata dalla disciplina in questione che dallo stato di appartenenza, sia esso Islanda o Italia.

    Io fatto sia nuoto che pallanuoto a buon livello e da parte degli atleti ho quasi sempre visto un atteggiamento diverso, improntato all'agonismo, rispetto al calcio, dove l'unico fine è "diventare qualcuno".

    Stesso discorso posso dirlo per miei amici che giocano a pallavolo, basket, atletica, ecc. Si condivide la passione per uno sport, ci si diverte insieme e si prova a fare il meglio possibile.

    Poi per carità, le teste di cazzo sono ovunque, ma nel calcio c'è una concentrazione decisamente più alta perché non lo vediamo come un sport, ma come un mondo dorato dove pochi eletti hanno accesso.

    Fabio

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    1. Il calcio è lo sport popolare per antonomasia, tutti i bambini giocano a calcio e poi vanno nelle squadre non per giocare bene ma per continuare a divertirsi e fare casino. Chi sceglie altri sport lo fa perché ha una visione diversa della vita e cerca di elevarsi perlomeno moralmente.

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  3. Il calcio è lo specchio del paese. Ho vissuto in Islanda e non c'è delinquenza. E' vero che ci sono molti problemi legati all'alcool, soprattutto fra i ragazzi, che stanno combattendo con lo sport. Anche col lavoro non è così semplice come si crede.
    Ma il casino che succede negli stadi da noi è uguale tanto in serie a che in terza categoria, lì di problemi del genere neppure l'ombra.
    Comunque belli articoli, complimenti
    Alan

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  4. Sempre bellissime storie, e piacevoli da leggere.
    Un grosso in bocca al lupo Francesco per la tua avventura.

    Denis

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  5. Ciao Francesco, mi chiamo Manuel e sono anch'io un Friulano, Vorrei approfittare della tua esperienza per un paio di domande:
    - nel settore giovanile quanti allenamenti fate?
    - il calcio è integrato con la scuola?
    - leggevo che per essere un allenatore in Islanda c'è la necessità di una licenza Uefa, A o B, è corretto?
    - che tipo di campionato si pratica nelle giovanili? lo stesso che abbiamo qui in Friuli?
    Ti scrivo queste domande perchè nelle prossime settimane sosterrò l'esame per il patentino Uefa b ed il tema è il settore giovanile, Italiano ed Estero.
    Grazie mille

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  6. Ciao Manuel, mi ha scritto Francesco che per qualche oscuro motivo non riesce a rispondere ai commenti, ma che puoi cercarlo su facebook e contattarlo senza problemi.

    Fabio

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  7. Ciao a tutti. Non ho fb. Lascio la mail. Manueltrevisan81@gmail.com

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