Minuto 54: Kolbeinn Sigþórsson calcia il rigore che regalerà la vittoria per 1-0 all'Islanda contro l'Estonia. Si è trattato di una partita molto equilibrata, che poteva essere decisa soltanto da un episodio come questo. (foto presa da mbl.is) |
Anche se quindi la grande cavalcata islandese non è approdata ai mondiali, per un movimento in crescita non c'è scusa che tenga ed ogni occasione per portarsi alla ribalta in campo internazionale va sfruttata. Non è un caso che l'Islanda si sia data da fare per trovare due sfidanti nell'ultimo turno di amichevoli prima della manifestazione brasiliana, mentre la nazionale faroese ha preferito rimanere a riposo. E, nel caso della prima, si è rivelata una scelta azzeccata: la FIFA infatti ha aggiornato il ranking, e la nazionale guidata dalla coppia Lagerbäck - Hallgrímsson ha scalato ben sei posizioni, passando dal 58° al 52° posto con tanto di sorpasso ai cugini norvegesi. Ma della questione ranking ce ne occuperemo meglio tra poco; per ora soffermiamoci e spendiamo qualche riga per le due partite.
La prima di queste è al Tivoli-Neu Stadion di Innsbruck, in casa dell'Austria dei vari Lindner, Arnautović, Garics, Janko etc. La partita è bella, vivace, tra due formazioni che sono più o meno di pari livello. A dirlo non è solo il già citato ranking, che si affida ai freddi numeri, ma anche il campo, un luogo dove è meglio non fare troppi calcoli. L'Austria, però, non è la temibile Svizzera del girone dell'anno scorso, e qualche lusso o eccesso di coraggio ce lo si può pur concedere. Forse inebriata dall'aria delle Alpi che le ricordano la titanica impresa (di cui però in Italia nessuno sa nulla perché non degna dell'attenzione di una nazione che si eccita se vince qualche partitina, salvo poi denigrare le amichevoli dopo aver pareggiato con il Lussemburgo) in quel di Berna, l'Islanda di punto in bianco decide di riprovarci, e così permette al 26° al ventenne Sabitzer di segnare il suo primo gol in nazionale maggiore (che, per nostra consolazione, sarà seguito tre giorni dopo dal secondo, alla Repubblica Ceca) dopo avergli lasciato spalancata una prateria da cavalcare in beata solitudine, per cui il solito immenso Hannes Halldórsson (che da quest'anno difende la porta dei norvegesi del Sandnes Ulf) più di una leggere ma inutile deviazione non poteva davvero fare. Senza nessun'altra emozione finisce il primo tempo. Ma con l'Islanda in campo mai nulla è da dare per scontato, ed infatti al 46°, appena ricominciato il secondo tempo, con Innsbruck ancora distratta, un magistrale calcio di punizione partorito dal mancino di Ari Freyr Skúlason trova la testa di Kolbeinn Sigþórsson, giunto così al quattordicesimo gol in ventidue apparizioni con la maglia islandese. Il resto è spazio per ammonizioni e girandole di sostituzioni.
Ben diversamente vanno le cose tra Islanda ed Estonia a Reykjavík, dove la nazionale baltica non aveva mai giocato prima. Infatti, l'unico precedente in terra islandese è il 4-0 ad Akureyri datato 1994. Gli ospiti, anch'essi allenati da uno svedese (Magnus Pehrsson, alla prima esperienza con una nazionale), si presentano con un 4-4-2 speculare al modulo dei padroni di casa, ma le prime fasi della partita le dominano loro. Soltanto intorno alla mezz'ora l'Islanda inizia a venire su con un po' più di convinzione, ma al 32° rischia di dover tentare un'altra rimonta: solo la traversa impedisce ad Enar Jääger (con una fugace esperienza anche in Italia, all'Ascoli) di trovare il primo gol in nazionale dopo 102 presenze. Ad onor del vero, appena un minuto dopo viene colpita un'altra traversa, ma stavolta è Sigþórsson a doversi arrendere alla sfortuna. La partita sembra spegnarsi così, e infatti il rigore al 54°, concesso dopo che Rúrik Gíslason era stato atterrato in area da Karol Mets, è un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Per il gioiellino dell'Ajax, poi, è un gioco da ragazzi segnare, arrivando a quota quindici. Le occasioni per il raddoppio ci sarebbero anche, ma elencarle tutte sarebbe inutilmente lungo, visto che alla fine l'Islanda non ne ha sfruttata neanche una.
Sicuramente, le ultime due prestazioni rivelano un netto miglioramento rispetto alle amichevoli sia del 21 gennaio contro la Svezia (sconfitta per 2-0 sul neutro di Abu Dhabi) sia del 5 marzo contro il Galles (vincitore per 3-1 a Cardiff, in casa sua). E il balzo avanti avviene anche nel ranking FIFA, come già detto prima. E questo deve essere motivo di discreto orgoglio, perché indica la costante salita e il continuo miglioramento del progetto islandese, che ha finalmente trovato in Lagerbäck il suo angelo custode. Ed è un peccato che il tecnico di Katrineholm abbia deciso di ritirarsi dopo Euro 2016. Per carità, massima fiducia in Hallgrímsson, ma provare a convincere lo svedese a rimanere è un obbligo: la federazione deve provarci, assolutamente! Mentre il calcio nordeuropeo vive un periodo di impasse, come dimostra il sorpasso alla Norvegia, il fatto che nel ranking Svezia e Danimarca siano ancora un bel po' avanti è dovuto sicuramente ai disastri passati. Manca l'ultimo tassello, l'ultimo salto, quello importante: l'approdo ad una fase ai gironi. Quella con l'Estonia è stata l'ultima partita prima di iniziare l'avventura per qualificarsi agli Europei 2016: il prossimo appuntamento è per il 9 settembre, contro la temibile Turchia di mister Terim, ma anche di Şahin e Yılmaz. Forza Islanda, regalati un sogno. Regalaci IL sogno. Anzi, regaliamocelo insieme!
Mi fa piacere questo incauto ottimismo... A me purtroppo pare che l'Islanda nei confronti dei Paesi vicini stia ben figurando solo grazie all'involuzione delle squadre nordeuropee. A memoria non ricordo un mondiale senza nessuna squadra del nord, e questo e' triste....non guardero' nessuna partita
RispondiEliminaChe il calcio nordeuropeo stia attraversando un periodo buissimo è fuori discussione. Eccezion fatta per la Finlandia che più o meno è nella stessa situazione dell'Islanda anche a livello storico, mi chiedo cosa stia succedendo in Scandinavia... Forse c'è bisogno anche lì di un nuovo progetto, ed è per questo che l'Islanda può diventare un nuovo modello, ammesso che i livelli restino questi. E le premesse per un ciclo islandese, magari senza vittorie di trofei ma con nuovi traguardi, ci sono tutte. A proposito di mondiale, spero che la Croazia faccia la fine che merita, perché quel post-partita di Zagabria è proprio l'anti-sport che al mondiale non dovrebbe essere nemmeno ammesso...
EliminaQuel che e' successo a Zagabria fa un po' il pari con lo scandalo dei mondiali al Qatar, purtroppo lo sport a certi livelli e' businness, l'importante e' non mescolarsi con siffatti atteggiamenti. Se lo sport fosse, come dovrebbe, educazione ed esempio per la societa', la Croazia non avrebbe i requisiti morali per partecipare nemmeno ad un torneo scapoli ammogliati, invece eccoli li all'inaugurazione del mondiale. Forse perdera' anche tre o quattro a zero con il Brasile, ma loro hanno comunque vinto, perche' li ci sono arrivati. E l'Islanda si potra' solo mangiare le mani per aver buttato via un'occasione piu' unica che rara senza combattere.
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EliminaSulla (non) prestazione dell'Islanda a Zagabria purtroppo non posso che essere d'accordo con te, ma sinceramente preferisco una nazionale pulita (e l'Islanda è una nazione con una morale davvero ragguardevole) ad una che inneggia ai peggiori crimini commessi dall'umanità. Passi per i tifosi (noi in Italia non stiamo messi meglio), ma che a farlo sia un giocatore che poi ti portoresti pure ai mondiali se non fosse squalificato è francamente disgustoso. Però se facciamo questi discorsi allora è inaccettabile pure assegnare il mondiale alla Russia per gli stessi motivi che accompagnarono le polemiche pre-Olimpiadi. E la questione diventa talmente complicata che non la risolveremo certo noi su questo blog, ma dovrebbe intervenire chi di dovere a salvaguardare lo sport e i suoi valori universali di rispetto e civiltà...
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