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mercoledì 20 novembre 2013

L'Islanda e la maledizione della prima volta: dopo l'FH Hafnarfjörður, anche la nazionale cade ai play-off. Ma la vera sconfitta è per la Croazia e i suoi atteggiamenti discutibili

Beh, è davvero difficile dire che anche quest'anno il calcio islandese non abbia concluso niente a livello internazionale. Difficile perché tutti sappiamo che non è così, perché gli eventi quest'anno sono stati molto diversi dagli anni scorsi, perché quest'anno a quelle latitudini si sono fatti record su record. Eppure, i risultati sono lì, fermi, impassibili ed insensibili, imperturbabili e indifferenti alle passioni e alle speranze di una nazione (e non solo) che, sì, ci aveva creduto davvero fino alla fine. Mentono i risultati, e mentono sapendo di mentire, ma hanno, a modo loro, anche una verità da raccontare.
Vedere il nostro Gylfi Þór Sigurðsson, lui che con la sua doppietta a Lubiana aveva contribuito a questo sogno, lui che è stato e sarà ancora un pilastro per la nazionale, lui che col Tottenham è ormai abituato a questi livelli, fa un certo effetto... (foto presa da sport.is)

Croazia-Islanda è l'epilogo perfetto di questo 2013 islandese. Un anno che avrebbe potuto essere a sua volta perfetto, ed in qualche modo lo è: è il "perfetto rimpianto" per le occasioni mancate. Per dovere di cronaca, sarebbe corretto raccontarvi della partita di ieri, ma questa risulta una missione impossibile, perché la partita l'Islanda non l'ha mai giocata. Il gioco della Croazia si fa avvolgente da subito, sospinto dal pubblico di casa, e l'Islanda non mostra quelle spalle forti che tanto avevamo auspicato. La speranza dura 27 minuti, il tempo necessario affinché la spaventosa supremazia croata generi il gol: calcio d'angolo, Rakitić controlla e crossa,  Kovačić perfeziona e mette fuori causa tutti e sei i giocatori islandesi in difesa e a Mandžukić non resta che insaccare. Lo stesso Mandžukić si fa prendere troppo dall'euforia e dieci minuti dopo si becca un rosso diretto per un calcio (ovviamente involontario) dritto dritto nell'inguine a Jóhann Berg Guðmundsson, che naturalmente si accascia a terra per il dolore. Sono inutili le proteste della panchina croata, così come poi si rivelerà inutile l'espulsione stessa, in quanto la Croazia continuerà a giocare nettamente meglio fino ad arrivare al 2-0 di Srna in apertura della seconda frazione; successivamente, si rivelerà poi decisivo il solito Halldórsson ad evitare una clamorosa (perché ottenuta in superiorità numerica) quanto imbarazzante imbarcata. 10 tiri a 2 nello specchio della porta (14 a 5 quelli in totale) sono un dato più che eloquente sullo "spettacolo" (per i croati, certo non per gli islandesi) visto in campo.

Finisce quindi qui la corsa dell'Islanda ai mondiali in Brasile, e per gli amanti delle statistiche questo è un invito troppo ghiotto per poterlo rifiutare. Già il mese scorso dicevamo del precedente delle qualificazioni a Euro 2004, quando l'Islanda occupò a lungo il secondo posto del girone, cosa che le avrebbe garantito la partecipazione alla competizione continentale per nazionali. Anche in quell'occasione portò a termine un'impresa contro la capolista (0-0 in casa contro la Germania), ma all'ultima giornata perse proprio in casa dei teutonici per 3-0 e fu superata dalla Scozia, perdendo la qualificazione ad un passo dall'ottenerla. Per non parlare della storia recente, con il percorso dell'FH Hafnarfjörður che addirittura sfiorò la qualificazione all'Europa league in rimonta, prima di perdere bruscamente; e tutti ricorderete che anche in quel caso furono i play-off a sancire la fine del sogno. Sorge a questo punto una domanda: è tutto attribuibile alla sfortuna, o forse un problema di fondo c'è? Parlare di sfortuna sembra quanto meno riduttivo, oltre che un alibi poco credibile, anche perché gli avversari sorteggiati dall'urna erano tutt'altro che imbattibili. Il problema sembra più che altro la mancanza di esperienza e di carattere. Ricordiamo infatti che tanto per l'FH quanto per l'Islanda arrivare in Europa League o ai mondiali avrebbe rappresentato una prima volta storica. Ma, come vedete, bisogna usare il condizionale, perché quello che poteva succedere non è successo; per cui il 2013 sicuramente è un anno comunque più che positivo per i tanti record (tra cui quello di presenza negli stadi), ma sicuramente tanti sono anche i rimpianti per le due prime volte mancate.

Tuttavia, bando alle critiche distruttive. Nonostante i risultati continuino a latitare, le fondamenta sembrano ormai essere salde. Nel 2014 compito di tutte le squadre (e della nazionale) sarà di migliorare quanto di buono mostrato (Breiðablik e FH), di imporsi una volta per tutte a livello internazionale come degna rappresentante dell'Islanda senza fare figure di niente (KR Reykjavík), di puntare sempre più in alto, senza arrendersi mai (Stjarnan) ed anche di non rinviare continuamente le partite, organizzando decentemente il calendario (Federazione? Ci sentite a quest'orecchio?). Sono estremamente convinto che tra non molti anni l'Islanda sarà più in alto di dov'è ora...

Un'ultima nota per la Croazia, che festeggia il passaggio del turno. Sul fatto che il campo abbia dimostrato la sua superiorità non si discute. Ma speriamo vivamente che in Croazia maturino un po' invece di fare i bambini innocenti. I media croati si sono imbestialiti quando è uscita la notizia (pubblicata da visir.is) che dopo la partita di Reykjavík otto giocatori (tra cui gli eroi di ieri sera) avevano ordinato ben 70 birre, circa 9 a testa, etichettandola come un tentativo di destabilizzare. Come possa destabilizzare una notizia del genere, però, lo sanno solo loro, che dovrebbero pensare un po' di più ai canti di matrice filonazista dei tifosi e i saluti dei loro difensori, vedi il caso di Šimunić, che poi ha anche cercato di difendersi dicendo che lui l'ha fatto per la sua patria. Illuminante può essere a tal proposito l'articolo sul sito della Repubblica. Cara Croazia, questo non è un blog politico ed avrai pure vinto sul campo, ma fuori dal campo e sugli spalti hai vergognosamente perso, e c'è scusa di Šimunić che tenga...

P. S. Cliccate qui per il video integrale sulla disfatta di ieri sera. Qui invece per le formazioni e il referto ufficiale

Qualificazione mondiali di Brasile 2014
Ritorno, 19 novembre 2013
Zagabria, Maksimir Stadium, ore 20:15
Croazia - Islanda 2-0 [0-0 all'andata]
27°Mandžukić, 47° Srna

Altri play-off
Francia - Ucraina 3-0 [0-2 all'andata; 3-2 totale]
Romania - Grecia 1-1 [1-3 all'andata; 2-4 totale]
Svezia - Portogallo 2-3 [0-1 all'andata; 2-4 totale]

2 commenti:

  1. Comunque grande stagione per il calcio islandese, sperando - come penso io - che siano stati piantati i semi per un futuro ancora più radioso!
    Complimenti, a presto,
    Francesco!

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    Risposte
    1. Sì, il calcio islandese ha vissuto una delle sue migliori stagioni di sempre, e se le basi sono solide, i prossimi anni saranno ricchi di soddisfazioni. Prima, però, bisogna vedere come andrà questo 2014: è la prova del nove, bisogna almeno confermare i risultati di quest'anno, altrimenti non è un buon segno...
      Grazie per i complimenti, a presto!

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