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martedì 10 ottobre 2017

Islanda ai mondiali, un urlo tenuto in gola per quattro lunghi anni

Tremano i polsi a scrivere "Islanda ai Mondiali". Tremano perché molti di noi seguono i vichinghi fin da bambini, quando internet andava con la 56k e per trovare qualcosa sull'Islanda bisognava frugare fra gli articoletti di fondo della Gazzetta o sul Guerin Sportivo.

Trema anche la voce perché l'urlo di ieri sera lo abbiamo in gola da quattro anni, da quella maledetta notte di Zagabria dove la Croazia andò ai mondiali festeggiata da cori nazisti. Trovarsela nell'urna poteva essere l'ennesima beffa, invece saranno i croati a passare per le forche caudine dei playoff, dopo aver affrontato il girone più equilibrato e competitivo del raggruppamento UEFA: era l'unico con ben quattro squadre ad aver partecipato alla fase finale degli ultimi europei (Turchia e Ucraina oltre le già citate Islanda e Croazia) e altre due comprimarie, Finlandia e Kosovo, di tutto rispetto.

Foto di Tomasz Kolodziejski (RUV)

venerdì 10 febbraio 2017

Islanda: dalla sconfitta (con attenuanti) contro il Messico, alla grande scalata nel ranking FIFA.

Sconfitta di misura per i ragazzi di Heimir Hallgrímsson nel Nevada

Una nazionale imbottita di giovani e di giocatori provenienti dalla Pepsideild, torna a casa con onore dopo una bella esperienza davanti ai 30617 spettatori del Sam Boyd Stadium di Las Vegas (nuovo record per l'impianto inaugurato il 23 ottobre 1971 e che solitamente ospita i match di NCAA, NASL, ASL, CFL, XFL e UFL) ed esulta per il grande traguardo raggiunto nel ranking FIFA.


Sostenitori islandesi al Sam Boyd Stadium di Las Vegas (Jónína Guðbjörg Guðbjartsdóttir di Fótbolti.net)