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mercoledì 20 novembre 2013

L'Islanda e la maledizione della prima volta: dopo l'FH Hafnarfjörður, anche la nazionale cade ai play-off. Ma la vera sconfitta è per la Croazia e i suoi atteggiamenti discutibili

Beh, è davvero difficile dire che anche quest'anno il calcio islandese non abbia concluso niente a livello internazionale. Difficile perché tutti sappiamo che non è così, perché gli eventi quest'anno sono stati molto diversi dagli anni scorsi, perché quest'anno a quelle latitudini si sono fatti record su record. Eppure, i risultati sono lì, fermi, impassibili ed insensibili, imperturbabili e indifferenti alle passioni e alle speranze di una nazione (e non solo) che, sì, ci aveva creduto davvero fino alla fine. Mentono i risultati, e mentono sapendo di mentire, ma hanno, a modo loro, anche una verità da raccontare.
Vedere il nostro Gylfi Þór Sigurðsson, lui che con la sua doppietta a Lubiana aveva contribuito a questo sogno, lui che è stato e sarà ancora un pilastro per la nazionale, lui che col Tottenham è ormai abituato a questi livelli, fa un certo effetto... (foto presa da sport.is)

martedì 19 novembre 2013

ULTIM'ORA: Croazia 2 - 0 Islanda, il sogno brasiliano muore a Zagabria

Una sconfitta netta, mesta e senza appello. In 10 contro 11 stavolta è la Croazia, ma con autorità s'impone comunque per 2-0, ottenendo così la qualificazione ai Mondiali di Brasile 2014 a scapito dei nordeuropei. L'FH, sul più bello, crollò; l'Islanda, sul più bello, anche.
Erano festanti, i tifosi islandesi; questo prima della sconfitta...

sabato 16 novembre 2013

ISLANDA D'ACCIAIO: in 10 contro 11 per un tempo, blocca la Croazia sullo 0-0 e vola a Zagabria (quasi) da favorita!

Gli aggettivi per descriverla sono finiti, così come le frasi, le espressioni, le parole e i verbi, tanto che il rischio di diventare banali, scontati e perfino noiosi è dietro l'angolo. Tuttavia, è un rischio che vale la pena correre, se poi si ha la consapevolezza di star vivendo, calcisticamente parlando, un periodo dove antiche gerarchie sembrano stare lentamente crollando. Stiamo infatti vedendo da qualche anno da una parte l'imporsi della Spagna come regina incontrastata e dall'altra la caduta libera della Francia (tra l'altro sconfitta per 2-0 addirittura dall'Ucraina in questo turno e con un piede e mezzo fuori dai mondiali), per non parlare di club ora ambitissimi ma fino a qualche anno fa sconosciuti a chiunque. Ed in questo contesto di cambiamenti c'è anche la nostra Islanda, che certo non è ai livelli della Spagna, ma che analogamente agli uomini di Del Bosque (campioni per la prima volta in Sudafrica 2010) potrebbe avere anche lei la sua storica prima volta (esordio ai mondiali in Brasile 2014).
A testimonianza dell'entusiasmo senza precedenti, ieri i tifosi del Laugardalsvöllur si sono esibiti in una bella coreografia raffigurante la bandiera islandese, la qual cosa in campionato si vede molto, molto raramente. (foto presa da sport.is)

giovedì 14 novembre 2013

Entusiamo senza confini: vincere l'ostacolo Croazia per chiudere un glorioso 2013 in modo trionfale. ÁFRAM ÍSLAND!

Siamo alla resa dei conti. Il lungo inseguimento alla Svizzera e il tremendo botta e risposta con la Slovenia ci hanno portato fino a questo punto. Non sono dei semplici play-off per i mondiali stavolta: quest'anno ci sono anche l'Uruguay del Matador Cavani (che ha già umiliato 5-0 la Giordania), la rediviva Francia, il super-scontro tra il Portogallo del sempre più bello Cristiano Ronaldo e la Svezia del sempre più forte Zlatan Ibrahimović (e pensare che gli svedesi hanno pure creato francobolli e addirittura verbi del dizionario per lui...). Già queste premesse bastano per rendere questo turno di qualificazione uno dei più interessanti degli ultimi anni, se poi ci aggiungiamo che c'è anche la storica prima volta dell'Islanda, siamo proprio al completo.
La partita più importante della storia del calcio islandese. Che la federazione abbia scelto l'immagine di quell'esultanza per un po' di scaramanzia?