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venerdì 17 febbraio 2017

[Storia del calcio islandese]: Le grandi sfide europee dei club islandesi: il nuovo millennio

Ultima tappa del nostro viaggio nella storia delle avventure europee delle squadre islandesi; oggi vi racconteremo dei match del XXI secolo.

Come abbiamo già ricordato più volte, le riforme dei format delle coppe privano di incontri di spicco in questi anni. E non è un caso che nei primi dodici anni del nuovo millennio le squadre islandesi non affrontino team di caratura o con un nome glorioso.


Bisogna attendere l’Europa League 2013/14 per avere il primo incontro di cartello, più precisamente Stella Rossa di Belgrado-ÍBV. I biancorossi serbi non sono più quella squadra di talenti che riuscì a sorprendere l’Europa vincendo l’ultima Coppa dei Campioni prima che cambiasse nome. Nel primo turno preliminare l’ÍBV supera, non senza soffrire, i “cugini” faroesi dell’HB con un pareggio per 1-1 all’Hasteinsvöllur ed una vittoria allo scadere nell’arcipelago atlantico. Nel secondo turno volano a Belgrado, al Marakanà. Nonostante la sfida non sia propriamente di cartello sugli spalti ci sono oltre 32000 spettatori (un decimo della popolazione islandese e sette volte il numero di abitanti delle Vestmannaeyjar!) a simboleggiare la passione, a volte esagerata, che i tifosi serbi hanno per questa squadra. I minuti iniziali sono nel segno della Stella Rossa che schiaccia nella sua metà campo l’ÍBV ed al 12’ la pressione  si concretizza grazie ad un bel gol al volo dello sloveno Pecnik che trafigge l’ex portiere della nazionale inglese David James. L’ÍBV si vede per la prima volta al 25’ con una bella serpentina di Þordarson che semina gli avversari e mette in mezzo dove un difensore riesce a chiudere in calcio d’angolo. Dauda alla mezz’ora si divora un gol solo davanti a James. Al 38 un altro gol divorato dalla Stella Rossa con un colpo di testa di un attaccante ben contenuto in corner dal portiere degli Eyjamenn. Poco dopo, però, un brivido corre lungo la schiena dei tifosi serbi; al 43, infatti, Ian Jeffs lascia partire una bordata da trenta metri ma abbastanza centrale, il portiere Bajkovic si impappina e per pochissimi centimetri la palla non varca la linea di porta. Si chiude qui il primo tempo. Nella ripresa la musica con cambia con la Stella Rossa che cerca di arrotondare il vantaggio e l’ÍBV chiuso in difesa. Intorno all’ora di gioco i serbi sembrano aumentare la pressione ma James blocca senza problemi due tiri da buona posizione. Ma il gol è nell’aria e arriva un quarto d’ora dopo; Mijalovic dribbla mezza difesa islandese e fa partire un tiro ad incrociare che si insacca nell’angolino basso alla sinistra di un non reattivo David James. La partita si chiude così 2-0.


Nella gara di ritorno all’Hasteinsvöllur non c’è il clima infuocato dell’andata, nonostante sia presente una buona, e chiassosa, rappresentanza dei tifosi della Stella Rossa. La squadra dell’allenatore-giocatore Hreidarsson deve recuperare il doppio svantaggio e cerca quindi di fare la partita; tra l’8’ e il 12’ crea un paio di buone occasioni che però non impensieriscono troppo la retroguardia serba. Al 25 è Ninkovic a divorarsi un’occasione clamorosa solo davanti a James, probabilmente credendosi in fuorigioco. La Stella Rossa crea qualche occasione nel finale del primo tempo ma la frazione si chiude sul risultato di 0-0. Nella ripresa sono sempre i serbi ad avere in mano il pallino del gioco, con l’ÍBV a farsi vedere in rare e isolate occasioni e per lo più con tiri da fuori area; una di queste capita sulla testa di Gudmundsson al 58’ ma il portiere della Stella Rossa fa buona guardia. Ma al 75’ la partita cambia; Stefan Mihajlovic (entrato al 61’) commette un fallo su un difensore dell’ÍBV e l’arbitro gli mostra il secondo cartellino giallo. Questo fatto sembra galvanizzare gli Eyjamenn e i loro tifosi che iniziano a spingere ed al minuto 79 viene concesso un calcio di rigore (a dire il vero generoso) a favore dei padroni di casa che potrebbe riaprire il discorso qualificazione. Gunnar Gudmundsson angola il tiro ma non troppo e Bajkovic riesce a respingere in calcio d’angolo. L’ÍBV continua a spingere e si procura qualche altra occasione (due clamorose al 89’ e al 90’ con Aron Spear e l’allenatore Hreidarsson) per dimezzare lo svantaggio complessivo ma non vi riesce. La partita, dopo sei minuti di recupero, termina 0-0 e ad andare avanti sono i serbi.


La stagione successiva rimarrà gli annali per il raggiungimento dei play-off da parte dello Stjarnan (oltre che per il finale thrilling con cui i blu di Gardbaer vinceranno il loro primo titolo) dove verranno eliminati dall’Inter. Come detto per Juventus-Valur, anche questa partita verrà trattata in maniera più approfondita in un prossimo articolo sulle sfide tra club islandesi e italiani. Qui basterà ricordare che al Laugardalsvöllur i neroazzurri si imporranno 3-0 con gol di Icardi, Dodo e D’Ambrosio, mentre a San Siro lo Stjarnan verrà travolto per 6-0 (tripletta di Kovacic, doppietta di Icardi e gol di Osvaldo).

Ma nella stessa stagione un altro big match vedrà in campo una squadra islandese; nel secondo turno preliminare di Champions League, il KR campione d’Islanda affronta una nobile decaduta del calcio europeo, il Celtic. Al KR-vollur, i biancoverdi dominano la gara, prendono ben due traverse ed esaltano le doti tecniche del portiere di casa Magnusson. Ma all’84’ i bianconeri devono capitolare; è McGregor che, con un bel tiro sul primo palo, riesce a sbloccare la gara. 
Il ritorno al Celtic Park si chiude nel giro di 27 minuti: una doppietta di Van Dijk al 13 ed al 20 minuto, oltre ad un gol di Pukki, chiudono la prima frazione sul 3-0. Nella ripresa sarà ancora il finlandese ad andare a segno chiudendo il poker dei biancoverdi.
Qui di seguito gli highlights della gara disputata in Scozia.



Nella Champions League 2015/16 è lo Stjarnan a rappresentare l’Islanda nella massima competizione europea ma trova sulla sua strada nuovamente il Celtic che, per il secondo anno consecutivo, deve cercare in Islanda il pass per il turno successivo. Questa volta i campi di gara sono invertiti: l’andata si gioca in Scozia e i padroni di casa dominano fin dal primo minuto, grazie anche ad alcuni svarioni della difesa blu. La poca precisione degli avanti scozzesi e la buona giornata del portiere degli ospiti, impediscono al risultato di sbloccarsi fino al 44’ del primo tempo quando, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, David Boyata, lasciato completamente solo dalla difesa dello Stjarnan, porta in vantaggio con un bel colpo di testa il Celtic. Ad inizio ripresa le “stelle” hanno un’ottima occasione per portarsi sul pari ma Hansen si divora il gol a pochi passi dalla porta di Gordon. Ma è un fuoco di paglia; il Celtic ha un’altra occasione prima di trovare il definitivo 2-0 con Johansen che sfrutta un buco clamoroso dei centrali dello Stjarnan. A dieci minuti dal fischio finale i blu potrebbero prendere un’imbarcata; viene fischiato un rigore ai padroni di casa e sul dischetto va Griffiths che però si fa respingere il tiro dal portiere faroese Gunnar Nielsen. Prima della fine è sempre Nielsen a salvare la propria squadra con un bell’intervento. La gara si chiude sul 2-0. 


Nel match di ritorno è lo Stjarnan a partire forte e al settimo minuto Finsen porta in vantaggio, dopo una bellissima azione, le “stelle”. Alla mezz’ora di gioco, però, il Celtic riporta in parità le cose con un colpo di testa del difensore Bitton tra i centrali islandesi che osservano la scena. Il primo tempo si chiude sull’ 1-1 lasciando ancora qualche chance ai padroni di casa di qualificarsi, velleità spente al sorgere della ripresa da Mulgrew che con un tiro dalla distanza sorprende Nielsen. A questo punto il Celtic amministra il vantaggio, non rinunciando però a pungere in avanti, dove è sempre il portiere della nazionale delle Far Oer a mettersi in evidenza. Negli ultimi minuti della gara deve capitolare altre due volte; prima è Griffiths (che aveva sbagliato un rigore all’andata) al termine di un’azione corale a mettere a segno il gol del 3-1 a porta vuota, poi, al terzo minuto di recupero, Joahnsen chiude la gara sul definitivo 4-1 con un bel gol al volo da appena dentro l’area di rigore.



Qui si chiude il nostro racconto di quasi 50 anni di storia di grandi sfide dei club islandesi nelle coppe europee. Una storia fatta di grandi sconfitte, bei risultati e, più raramente, grandi sorprese. Ma tutto questo percorso ha senza dubbio avuto una grande rilevanza nel formare i giocatori di questo piccolo paese che si sta affacciando ora alla ribalta europea e, speriamo il prima possibile, mondiale.

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