La difficoltà di emergere nel calcio italiano è nota. Aggiungiamoci la crisi irreversibile che stanno attraversando le squadra a cavallo fra Serie B e Dilettanti, le possibilità di ritagliarsi uno spazio per un giovane calciatore sono sempre meno.
C'è chi accetta la panchina o di scendere di categoria, ma c'è anche chi, come Giordano Pantano, decide di fare le valigie e lanciarsi in un'avventura fuori dall'Italia.
Giordano è sbarcato in Islanda alla corte del Selfoss. Gli amaranto giocano in seconda serie e mancano dalla Pepsideild dal 2012. La società sta lavorando per tornarci e così abbiamo chiesto a Giordano come sono state le sue prime settimane nella terra del ghiaccio e del fuoco, che impressione ha avuto del calcio islandese e cosa si è lasciato alle spalle partendo dall'Italia.
C'è chi accetta la panchina o di scendere di categoria, ma c'è anche chi, come Giordano Pantano, decide di fare le valigie e lanciarsi in un'avventura fuori dall'Italia.
Giordano è sbarcato in Islanda alla corte del Selfoss. Gli amaranto giocano in seconda serie e mancano dalla Pepsideild dal 2012. La società sta lavorando per tornarci e così abbiamo chiesto a Giordano come sono state le sue prime settimane nella terra del ghiaccio e del fuoco, che impressione ha avuto del calcio islandese e cosa si è lasciato alle spalle partendo dall'Italia.
Giordano al momento della sua firma per il Selfoss insieme allo spagnolo Pachu e lo statunitense J.C. Mack (www.sunnlenska.is)
1) Un terzino italiano in Islanda è cosa rara da vedersi. Come ci sei arrivato?
Direi proprio il fato! Ero andato in Romania in prova e durante il ritiro della squadra il mio agente mi ha proposto di fare un provino con il Selfoss in Islanda dove cercavano un terzino sinistro. E così è stato.
2) Come è stato il tuo ambientamento nella città di Selfoss? Hai avuto tempo di vedere le attrazioni che ci sono nella zona?
L'ambientamento è stato davvero ottimo, ormai mi sono abituato al clima direi decisamente diverso da quello italiano e sto stilando una lunga lista di cose da vedere, aspetto la stagione più mite.
3) Come procede, invece, il tuo ambientamento nella vita quotidiana? Quali sono le differenze tra lo stile di vita islandese che hai trovato rispetto all'Italia?
Nella quotidianità di un giocatore di calcio non ci sono molte differenze fra un paese e l'altro, per cui tutto procede secondo i ritmi soliti. Allenamenti a tutta forza e vita sana, quasi perenne ritiro.
4) Come ti trovi con la tua squadra attuale, con la società, l'allenatore e i compagni?
Ho trovato una bella squadra con un'ottima organizzazione. E' stato facile inserirmi in una squadra con molti nuovi giocatori rispetto all'anno precedente. Siamo tutti molto uniti e con l'allenatore c'è un bellissimo rapporto.
5) Quali sono le differenze principali a livello calcistico, che hai riscontrato finora, fra il calcio islandese e quello italiano?
Il calcio islandese è più fisico , è molto simile a quello inglese. Essendo una piccola nazione con pochi abitanti ovviamente questo non permette di avere chissà quanti tifosi , questo è senza dubbio il lato che manca di più. Avere una tifoseria che t'incita durante una partita è una delle emozioni più belle che esistano nel calcio! D'altro canto almeno sei sicuro che non accadano episodi osceni come tifosi che ti minacciano o addirittura scontri fra tifoserie.
6) Il livello della seconda divisione islandese rispetto al campionato italiano a che livello corrisponde secondo te?
Il livello che ho trovato equivale a quello della Lega Pro. Ovviamente poi dipende, ci sono squadre di media bassa classifica che le paragonerei a una serie D.
7) Vi siete qualificati ai sedicesimi di finale di Coppa d'Islanda e avete vinto la prima partita di campionato contro il Leiknir F. Come sono state queste prime partite?
Si c'è molto entusiasmo, siamo partiti bene in campionato e tenevamo parecchio a superare il turno in coppa anche se adesso sarà dura contro il KR. Sabato abbiamo incontrato una delle pretendenti al titolo, il Keflavik, e perso 3 a 0. Il risultato è stato bugiardo , ma ripeto potremmo essere la matricola del campionato, una vera e propria sorpresa, Leicester insegna.
8) Lo scorso anno il Selfoss si è faticosamente salvato arrivando terzultimo in campionato. Quali sono gli obiettivi della squadra per questa stagione?
Il nostro obiettivo è quello in due anni di andare in Pepsi League, ma nel calcio non si sa mai, il Leicester insegna! Con umiltà, sacrificio, voglia di arrivare e fortuna tutto è possibile.
9) Quali sono secondo te le squadre favorite per la vittoria della Pepsideild e quali quelle che lotteranno per non retrocedere in 1.deild?
Chi probabilmente vincerà sarà l'FH, ma Stjarnan e KR sono due squadre che diranno la loro. Per non retrocedere credo il Throttur e IA (che tra l'altro abbiamo sconfitto in amichevole una settimana prima dell'inizio del campionato).
10) In squadra, al momento, siete ben nove stranieri. Avete trovato una buona amalgama?
Ottima amalgama e ottimo modo per rispolverare il mio inglese arruginito.
11) Negli ultimi anni la Nazionale islandese ha fatto molto bene sfiorando i Mondiali del 2014 in Brasile. Tra meno di un mese, in Francia, ci saranno i campionati Europei che vedranno protagonista per la prima volta l'Islanda. Si sente nell'isola una particolare attesa per questo grande avvenimento?
Non si parla d'altro, c'e grande attesa e fermento per questo evento!
Non si parla d'altro, c'e grande attesa e fermento per questo evento!
12) Ti aspetti che l'Italia possa fare un bel cammino in Francia? Quali sono per te le favorite alla vittoria finale?
Non credo che vinca quest'anno, me lo auguro come mi auguro che l'Islanda possa davvero essere una bella sorpresa in questi Europei. Per la vittoria finale direi Francia, Spagna e Germania.
13) Come mai, secondo te, molti giovani giocatori italiani non riescono ad essere valorizzati a dovere e a trovare il giusto spazio in Italia, e sono costretti, talvolta, ad emigrare all'estero? Sarebbe un'ottima soluzione introdurre le seconde squadre come nei maggiori campionati europei?
Innanzitutto in Italia si sta registrando un decremento del numero di squadre professionistiche. Una volta avevamo la C1 a 2 gironi, e la C2 a 4 gironi, poi si è passati alla prima riduzione del numero di gironi e adesso, dal 2015 esiste un'unica terza serie, la Lega Pro che è l'ultima professionistica. Al di sotto c'è la serie D.
In questo contesto è ovvio che le possibilità per i giovani calciatori di trovare spazio si sono di gran lunga ridotte, bisognerebbe quindi capire come mai tante realtà locali, un tempo floride, non siano più state in grado di mantenere una squadra di calcio a livello professionistico. L'istituzione delle seconde squadre potrebbe essere una soluzione, ma risolverebbe solo una parte del problema.
In questo contesto è ovvio che le possibilità per i giovani calciatori di trovare spazio si sono di gran lunga ridotte, bisognerebbe quindi capire come mai tante realtà locali, un tempo floride, non siano più state in grado di mantenere una squadra di calcio a livello professionistico. L'istituzione delle seconde squadre potrebbe essere una soluzione, ma risolverebbe solo una parte del problema.
Il calcio italiano sta andando a rotoli, giro di soldi immenso ,si tessera un giocatore non perché sia bravo, ma solo perché è il calciatore di un agente che è in stretto contatto con qualche direttore o magari perché è il figlio di chissà chi.
Ho sempre avuto fino all'anno scorso la fortuna di riuscire a superare queste cose orribili giocando da titolare tutte le stagioni, collezionando la bellezza di 100 presenze. Ma a quanto pare questo non è bastato per trovare una squadra quest'anno in Italia.
Quindi, piuttosto che scendere di categoria, nonostante le molte richieste, o di stare fermo ad aspettare, ho optato per una scelta che nonostante faccia male (perché comunque non è bello non poter giocare per il tuo paese) credo sia la migliore. Invito molti a provare prima ancora di abbandonare il professionismo per andare nei dilettanti, ovvero quella di tentare all'estero.
Ho sempre avuto fino all'anno scorso la fortuna di riuscire a superare queste cose orribili giocando da titolare tutte le stagioni, collezionando la bellezza di 100 presenze. Ma a quanto pare questo non è bastato per trovare una squadra quest'anno in Italia.
Quindi, piuttosto che scendere di categoria, nonostante le molte richieste, o di stare fermo ad aspettare, ho optato per una scelta che nonostante faccia male (perché comunque non è bello non poter giocare per il tuo paese) credo sia la migliore. Invito molti a provare prima ancora di abbandonare il professionismo per andare nei dilettanti, ovvero quella di tentare all'estero.
14) In futuro ti piacerebbe restare ancora per molti anni in Islanda, oppure, tornare in Italia, se ce ne fosse la possibilità, sarebbe un'opzione da te gradita un giorno?
La scelta di dove andare a giocare è determinata da una serie di fattori, spesso non preventivabili. Per me il calcio è prima di tutto una passione e le mie scelte sono sempre dettate dalla possibilità che mi veniva offerta di coltivare al meglio questa passione.
In Islanda ho trovato da questo punto di vista un ambiente veramente favorevole, sia dal punto di vista della professionalità che da quello dell'entusiasmo.
Tornare in Italia é una opzione che eventualmente si valuterà come si valutano le proposte che un calciatore riceve, ma solo se si tratta di un progetto serio e di una società seria ed in Lega Pro sono sempre più in via d'estinzione. Ma prima di tutto quello che mi interessa è riuscire a dare sempre il meglio ed è questo elemento che considero prioritario in ogni scelta che faccio.
In Islanda ho trovato da questo punto di vista un ambiente veramente favorevole, sia dal punto di vista della professionalità che da quello dell'entusiasmo.
Tornare in Italia é una opzione che eventualmente si valuterà come si valutano le proposte che un calciatore riceve, ma solo se si tratta di un progetto serio e di una società seria ed in Lega Pro sono sempre più in via d'estinzione. Ma prima di tutto quello che mi interessa è riuscire a dare sempre il meglio ed è questo elemento che considero prioritario in ogni scelta che faccio.
15) Quali sono le tue aspettative per il futuro a livello personale e di squadra?
A livello personale per il futuro la mia intenzione è quella di migliorarmi, indipendentemente da quello che sarà il paese in cui giocherò, se ci sarà nuovamente un interessamento da parte di una squadra italiana lo si prenderà in considerazione, ma comunque ho due anni di contratto qui in Islanda, quindi per il momento sono tranquillo! Al resto ci pensa il mio procuratore che sa fare fin troppo bene il suo lavoro.
Nessun commento:
Posta un commento