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martedì 15 settembre 2015

Úrvalsdeild, 19ª giornata - Ciao ciao Keflavík, adesso la retrocessione è ufficiale. FH, il tempo è galantuomo...

Ormai, ci siamo. Se la 1. deild vivrà un'ultima giornata di fatto inutile (scarsissime le possibilità che dal derby di Akureyri arrivi la seconda promozione), in massima serie siamo un po' dietro col calendario. Ma questo non ha impedito alla 19ª giornata di chiudere praticamente mezzo discorso: servitoci, infatti, il nome della prima retrocessa, ha ormai iniziato a scandire le prime lettere del nome della vincitrice del campionato, che ha ormai le grinfie sul titolo. I nomi ormai li conoscete: l'uno è il Keflavík, l'altro è l'FH Hafnarfjörðar.

Atli Guðna­son, come al solito immenso, riaccende uno spento FH contro un ÍBV pimpante: è lui l'uomo che sta trascinando i bianconeri al titolo



Al Kaplakriki l'avvio è scioccante per i padroni di casa, che vivono il quarto d'ora iniziale come un incubo che lascia presagire una beffa: l'ÍBV Vestmannaeyjar prima scheggia la traversa al 7°, poi con abile contropiede ribalta il fronte al 15° mandando in rete Ian David Jeffs. In particolare, è da segnalare il fatto che il gol è regolare, in quanto Bjarni Gunnarsson serve un assist rasoterra per lo stesso Jeffs, ma la palla passa praticamente davanti a Jón Ingason che è in fuorigioco: l'assistente però non alza la bandierina perché Ingason non prende parte attiva al gioco, e quindi il suo offside è del tutto ininfluente. Ma la reazione dell'FH non tarda ad arrivare, a al 25° il pareggio di Steven Lennon viene propizato da un intervento piuttosto goffo di Abel Dhaira, che va letteralmente a farfalle. La ripresa si apre con un altro episodio che spacca il match: Atli Guðna­son, partito da posizione regolare, taglia in due la difesa ospite, dribbla il portiere e, rischiando di complicarsi la vita, da posizione defilata e ormai marcato scarica di potenza in rete un tiro che porta il punteggio sul 2-1. Ma non c'è un attimo di tregua, perché al 51° l'ÍBV sfiora il 2-2, ma un salvataggio sulla linea glielo impedisce: tuttavia, l'intervento salvatutto di Kassim Doumbia scatena le ire degli ospiti, che reclamano il rigore e l'espulsione (per avere impedito con gioco scorretto la segnatura di una rete praticamente certa). I replay non aiutano a capire, ma si vede chiaramente che il giocatore maliano protende in avanti la spalla destra e il braccio col quale presumibilmente allontana la palla, che effettivamente schizza via troppo velocemente per essere stata colpita semplicemente con una spallata: insomma, situazione davvero molto dubbia e al limite, ma secondo chi scrive era calcio di rigore ed espulsione. E la partita sarebbe sicuramente cambiata molto. Invece, il rigore al 79° lo guadagna l'FH perché il tiro di Guðna­son in area colpisce il gomito di Stefán Ragnar Guðlaugsson: sarebbe rigore, se non fosse che la distanza tra i due giocatori era davvero minima e che il difensore ospite era in piena torsione per proteggersi dal pallone, quindi il contatto pallone-gomito è del tutto casuale: l'arbitro però è irremovibile, e allora Lennon fa doppietta dal dischetto e lancia il suo FH ad un solo punto dal titolo. Chi vi scrive simpatizza per l'FH, ma non si può negare che l'ÍBV abbia molto da recriminare per l'arbitraggio e che comunque esca a testa altissima dal Kaplakriki, ma essendo l'Islanda un paese civile e poco avvezzo ai complottismi, le proteste sono state educatamente limitate al campo. La squadra comunque è matura sia dal punto di vista comportamentale che da quello tattico: la salvezza è un obiettivo davvero alla portata adesso.

Comunque, l'occasione ora per l'FH è molto ghiotta: al prossimo turno c'è lo scontro diretto in casa del Breiðablik inseguitore. Basta un semplice pareggio per vincere il titolo e festeggiarlo in casa degli inseguitori sconfitti, una parziale vendetta per la bruciante sconfitta dell'anno scorso in quell'ormai storica partita contro lo Stjarnan. Il tempo è galantuomo, è vero, ma una situazione da thriller come quella dell'anno scorso difficilmente ricapiterà e difficilmente si potrà vendicare... Comunque sia, i biancoverdi hanno reso il compito dell'FH ancora più facile, facendosi fermare sul campo del Víkingur Reykjavík: ottima la partenza del team ospite, già in vantaggio al 18° col calcio di punizione di Oliver Sigurjónsson. La partita è ricca di azioni e di gol, ma quello decisivo lo segna Ívar Örn Jónsson su rigore all'89°, fissando il punteggio sul 2-2. E come il Breiðablik, anche il KR Reykjavík si elimina definitivamente dai giochi per il titolo: nella romantica sfida in casa di un ÍA Akranes ormai tranquillo (anche se la matematica non glielo consente ancora), i bianconeri della capitale creano gioco e ottime occasioni, ma sbattono contro un Árni Snær Ólafsson che si prende la sua giornata di gloria, costellata di interventi talvolta rischiosi (almeno due fuori area) ma sempre efficaci. Finisce 0-0: un ottimo punto col minimo sforzo per i padroni di casa, una minestrina scaldata per gli ospiti attesi da un finale di campionato insapore.

Comunque, passando al discorso relativo alla salvezza, il Leiknir continua a non approfittare delle opportunità che l'ÍBV Vestmannaeyjar gli sta dando, e in casa contro il Fjölnir negli ultimi dieci minuti butta via i tre punti. Dopo aver ribaltato l'iniziale svantaggio tra il 19° e il 25°, il Leiknir gestisce e addormenta la partita, ma l'inserimento di Ragnar Leósson al 78° in luogo di Þórir Guðjónsson scombina le carte: un tiro da fuori area di Guðmundur Karl Guðmundsson deviato dal palo interno all'83° e il contropiede di Kennie Chopart al 94° sanciscono un risultato oggettivamente ingiusto. Ingiusto perché il Leiknir ha colpito due traverse e ha giocato meglio, così come è ingiusto perché Guðmundsson ha segnato una doppietta tirando fuori dal cilindro due magnifici gol ed è aiutato dal palo nel secondo. Insomma, se questa doveva essere la partita della verità, la verità è che il Leiknir si trova lì perché ha moltissime colpe e pochissima esperienza, ma diciamo pure che la fortuna gli ha decisamente voltato le spalle. Finisce 3-2, lo stesso risultato con cui il Valur ha condannato ufficialmente il Keflavík ad una retrocessione già nell'aria da tempo. Il Keflavík combatte con onore per tutto il primo tempo, va anche in vantaggio, ma poi subisce la rimonta che lo ammazza definitivamente. Al triplice fischio, tanto dolore per gli ospiti: bella l'immagine di Kristinn Freyr Sigurðsson , uno dei migliori in campo per il Valur, che va a consolare Sindri Kristinn Ólafsson, afflitto dal dolore. Dopo 11 anni consecutivi, l'avventura del Keflavík in Úrvalsdeild finisce qui.

Completa il quadro un tranquillissimo scontro tra Stjarnan e Fylkir, cioè due squadre che non hanno più nulla da chiedere alla loro stagione. A decidere l'incontro è stata una rete di Pablo Punyed al 31°, che ha lanciato gli azzurri al sesto posto, uno dei piazzamenti più alti dall'inizio di questo campionato davvero deludente.

19ª giornata (vedi sintesi)
Domenica 13 settembre
Víkingur Reykjavík - Breiðablik 2-2
Leiknir - Fjölnir 2-3
ÍA Akranes - KR Reykjavík 0-0
FH Hafnarfjörður - ÍBV Vestmannaeyjar 3-1
Valur - Keflavík 3-2
Stjarnan - Fylkir 1-0

20ª giornata
Domenica 20 settembre
Fjölnir - Víkingur Reykjavík 
Fylkir - Leiknir
KR Reykjavík - Stjarnan
Keflavík - ÍA Akranes
ÍBV Vestmannaeyjar - Valur
Breiðablik - FH Hafnarfjörður






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