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lunedì 1 settembre 2014

Løgmanssteypið, ovvero l'ennesimo trionfo del Víkingur Gøta. Il calcio faroese ha un nuovo modello da ammirare!

Se a Tórshavn fosse arrivata la scaramanzia, i tifosi dell'HB sarebbero diventati superstiziosi, oppure considererebbero il Víkingur Gøta peggio dei gatti neri. Non potrebbero d'altronde fare altrimenti, visto che i nerazzurri sono stati il vero e proprio incubo dei rossoneri quest'anno. Per carità, non è certo il derby Inter-Milan (i colori sociali quello potrebbero indurre a pensare), però dubito che i tifosi dei secondi abbiano una particolare simpatia verso i primi. Insomma, se non fosse chiaro il Víkingur Gøta ha vinto per l'ennesima volta in coppa  e l'HB è rimasto di nuovo a bocca asciutta. Ma la finale non è stata così facile come si potrebbe pensare...
Pacifica invasione di campo finale per i tifosi nerazzurri dopo la conquista della coppa: alla fine dell'anno non avrà vinto il campionato, ma il loro Víkingur Gøta ha fatto la storia del calcio faroese, ed è il protagonista inconstrastato del 2014 dell'arcipelago!

Dopo l'intenso momento iniziale con il canto dell'inno nazionale, comunemente noto come "Tú alfagra land mítt" ("Tu, dolcissima terra mia"), la partita comincia male: dopo circa quaranta secondi di gioco, Jóhan Troest Davidsen va al contrasto con Hedin Hansen, ma nello scontro si fa subito male alla schiena, mentre l'avversario non si fa niente. Nulla di grave, perché comunque il giocatore rientra subito in campo. I primi minuti della partita mostrano una sostanziale parità tra le due formazioni, con l'HB che cerca di giocare palla a terra e il Víkingur che invece si affida per lo più ai lanci lunghi. Ma a notarsi sono tuttavia i continui errori da una parte e dall'altra, anche se i giocatori sono sostanzialmente corretti in campo. La prima vera occasione degna di nota è al 20°, quando un'improvvisa accelerazione di Sølvi Vatnhamar, che poco dopo resterà per qualche secondo a terra dolorante, sulla destra porta proprio Olsen in ottima posizione per calciare, ma il suo tiro finisce non si sa dove. I nerazzurri cominciano quindi ad alzare leggermente il ritmo, mentre il loro mister va a protestare col guardalinee, forse per un fallo a suo parere non fischiato. L'HB, invece, si fa vedere in avanti anche con interessanti spunti personali, ma l'azione da gol vera e propria non arriva mai. Infatti, pur chiudendo la prima frazione in crescendo, gli uomini di Askham rischiano di andare sotto nel primo ed unico minuto di recupero deciso dall'arbitro, quando Hallur Hansson non riesce a concretizzare un'ottima ripartenza.

Una bella foto di gruppo per la squadra vincitrice!
Dagli spogliatoi l'HB esce rivoltato come un calzino, e nei primi minuti della ripresa schiaccia gli avversari nella loro metà campo, impensierendoli con un tiro da fuori area di Alex José dos Santos che termina di poco alto sulla traversa, seguito cinque minuti dopo da ben quattro corner consecutivi. Sigfríður Clementsen si accorge che i suoi sono in difficoltà e allora al 60° non ha altra scelta se non quella di sostituire Hans Jørgen Djurhuus con Andreas Lava Olsen, in modo tale da consentire all'attacco di poter risalire con maggior rapidità. Il momento però è delicato: centottanta secondi dopo, sono vibranti le proteste di Poul Ingason, che, sostenuto da Jóan Símun Edmundsson, vorrebbe che Géza Turi ammettesse di aver fatto fallo su di lui in area. Tuttavia, il portiere ungherese aveva già bloccato il pallone prima di intralciare con le gambe l'avversario: la decisione del direttore di gara pare corretta. Tuttavia, il nervosismo costa caro a Ingason, che poi viene subito sostituito con Pál Mohr Joensen. Al 74° l'HB protesta ancora per una spinta su Edmundsson in area, ma l'arbitro lascia correre ancora una volta tra le proteste generali: forse questo rigore poteva esserci. Ma davvero non c'è pace per nessuno: i rossoneri ormai sono in controllo totale, e solo tre minuti dopo, favoriti da una momentanea inferiorità numerica del Víkingur in difesa, si divorano il vantaggio con Levi Hanssen che a porta spalancata non riesce a trovare la palla. Gli schemi saltano del tutto a questo punto, e le occasioni fioccano da una parte e dell'altra: l'HB però finisce per esaurire tutte le energie, soprattutto quelle mentali, e all'89° abbassa la guardia in modo fatale. La difesa non chiude e favorisce il recupero del pallone, crossato da Bárður Hansen e insaccato di testa da Hallur Hansson. Il boato è allucinante, di forza abnorme per il calcio faroese, forse perché arriva dopo un lungo periodo di apnea. La festa nerazzurra esplode già, con i tifosi ad un passo dall'invasione di campo. Questo è l'humus per un finale di fuoco e veleno.

L'assalto finale rossonero è disperato, col portiere fuori dai pali per tutti gli infiniti sette (!) minuti di recupero e un calcione in pieno volto (involontario) proprio all'autore del gol da parte di Hanus Jacobsen, seguito da un rosso diretto a dos Santos per un fallo su Vatnhamar. Il brasiliano, però, è tutt'altro che d'accordo, e va ad inveire in faccia al guardalinee che ha suggerito all'arbitro, il signor Lars Múller, l'espulsione. Per la squadra "di casa" (le finali si giocano al Tórsvøllur) è la goccia che fa traboccare il vaso: tutti a chiedere spiegazioni alla terna arbitrale, mentre il sudamericano esce letteralmente portato dallo staff in panchina. I minuti di recupero da quattro diventano sette, ma alla fine il risultato non cambia più: il Víkingur Gøta si aggiudica la finale più polemica degli ultimi anni! Via al boato, via libera agli incontrollabili tifosi nerazzurri. Abbracci, canti, cori: non sono i campioni del paese, ma di certo meritano questa festa! Una Supercoppa faroese, primo club faroese ad arrivare al terzo turno di una competizione europea, terza coppa nazionale di seguito: è il successo di una squadra in fortissima ascesa, un sogno che nasce lontano dalla già minuscola capitale e che non appartiene nemmeno alla nostalgica Klaksvík. Era il 2008 quando questo club nasceva unendo le ceneri di due squadre destinate alla morte: ma, proprio come l'araba fenice, lì il calcio è risorto, e oggi impartisce una grande lezione al movimento faroese. Perché, al di là delle scelte arbitrali (quasi tutte giuste, tra l'altro), Clementsen in un anno ha dimostrato che le grandi cose si possono fare anche in piccoli posti distanti dai riflettori. Chapeau!

La chiusura, però, non può che essere per l'HB: scherzi a parte, è mai possibile perdere sistematicamente tutte le partite di coppa con la stessa squadra? Certo, il Víkingur in coppa lo sconfiggi solo se sei di una superiorità disarmante, ma non può questo diventare un alibi. Infatti, ha perso due finali nell'arco di quattro mesi, tanto per non cambiare contro "i soliti noti". Ora l'HB rischia di perdere anche il campionato (che, effettivamente, prima che il B36 iniziasse a suicidarsi, aveva già perso), senza poter fare affidamento all'Europa per salvare la barca (ma qui il discorso cambia). Askham, sei arrivato in pompa magna con la possibilità di vincere tutto e non hai vinto niente, o quasi: e se l'esempio da seguire fosse quello del tuo tormento?

Løgmanssteypið, finale
Tórshavn, Tórsvøllur, 30 agosto 2014, ore 20:45 (ore 19:45 locali)

HB Tórshavn - Víkingur Gøta 0-1
Reti: 89° Hallur Hansson (VIK)
Arbitro: Lars Múller (44 anni)
Highlights: qui per l'intera partita, comprese le formazioni, l'inno e la premiazione; qui, al secondo 00:35, il boato al gol-vittoria

2 commenti:

  1. Grandissimo Vikingur Gota, una stagione impressionante, forse potevano pero' preparare qualcosa di meglio rispetto alla bandierina con scritto in modo posticcio 10 .....

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    1. Ahahaah guarda Alby, se il Vikingur Gota facesse altre stagione così, soprattutto in Europa, gli concederei pure di scarabocchiarci sulle bandierine...

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