Il Fram gioca una partita forse meno buona dello Stjarnan dal punto di vista tattico e tecnico, ma ha mostrato un orgoglio da grandissima squadra che di fatto legittima la vittoria finale e che lo riporta ai fasti di un tempo. La stagione da mediocre diventa quasi ottima con questa prestazione. Adesso, il compito più duro: dare continuità a questa vittoria vincendo altri trofei. Nel frattempo, pur rimanendo neutrali, complimenti vivissimi, Fram! (fonte. sport.is) |
Superato ormai il mezzo secolo di vita (questa è stata la 53° edizione), la coppa di finali così emozionanti ne ricorda pochissime: quella nel 1961 del KR Reykjavík ai danni dell'ÍA Akranes (un appassionante 4-3 all'ultimo respiro nei soli tempi regolamentari) e quella nel 1965 dove l'ÍA fu di nuovo la vittima sacrificale, ma stavolta del Valur che s'impose per 5-3. Considerando che la coppa nacque nel 1960, fu un avvio decisamente scoppiettante che aiutò sicuramente il successo della competizione nel paese. Ma da allora, mai più nessuna finale è stata così spettacolare e combattuta. E per questa, con le squadre abbastanza distanti in campionato e con un percorso faticosissimo dei poi vincitori in coppa, le premesse non erano poi tanto diverse. Ma si sa che il calcio sfugge alla logica, e anche il più esperto degli allenatori deve riconoscere che il proprio lavoro può essere ora premiato ora vanificato dal giudice supremo che emette decisioni inappellabili: non è l'arbitro, come qualche malizioso potrebbe pensare, ma il campo, dove le conoscenze dello sport gareggiano con i sentimenti e con la forza della mente, talvolta uscendo sconfitte dal confronto. E se poi aggiungiamo che la fortuna aiuta gli audaci, allora "alea iacta est", con buona pace di Cesare, e dello Stjarnan.
Proprio lo Stjarnan era accreditato alla grande vittoria, anche perché ciò lo avrebbe reso ancora più credibile sotto le vesti di minaccia a KR e FH per la vetta del campionato. Ed invece, proprio come l'altro "inseguitore" Breiðablik, è in preda ad una feroce crisi d'identità, tanto che l'ultima vittoria nei 90 minuti (escludendo quindi la semifinale col KR vinta ai supplementari) risale al 21 luglio, quando in campionato lo Stjarnan sconfisse in casa ancora una volta il KR. Prima di questa data, due mesi di vittorie consecutive, interrotte soltanto dal pareggio esterno con il Þór Akureyri; dopo, l'altalena tra pareggi e sconfitte. A sorridere per quest'altalena è il Fram, che vince la sua ottava coppa, a 24 anni di distanza dall'ultima.
La partenza è di quelle poderose: 300 secondi e Halldór Orri Björnsson realizza il rigore che porta in vantaggio lo Stjarnan. Sembra un fulmine a ciel sereno, perché poi è il Fram a far suo il campo, ma in modo così sterile che le occasioni migliori capitano comunque ad uno Stjarnan attento. L'equilibrio, precario, si spezza in maniera decisiva al 39°, quando un'azione stavolta collettiva dello Stjarnan viene concretizzata da Veigar Páll Gunnarsson. Il 2-0 del primo tempo sembra andare in direzione dei pronostici, e la partita sembra essere chiusa qui. Ma anche ad Istanbul i primi 45 minuti sembravano aver emesso il loro verdetto... Dopo che le squadre rientrano in campo, i primi minuti sono talmente equilibrati che ormai il discorso sembra chiuso, ma tra in un quarto d'ora il Fram trova un incredibile pareggio, come sotto l'effetto di una scarica di adrenalina allo stato puro. La stessa scarica fa spingere la squadra in avanti alla ricerca del 3-2, che in effetti viene anche segnato, ma non dal Fram, bensì dallo Stjarnan, che con la doppietta di Björnsson si riporta in vantaggio ad un quarto d'ora dalla fine. La partita diventa apertissima, la paura di prendere gol lascia finalmente spazio alla voglia di farne e, proprio mentre erano pronti a partire festeggiamenti da una parte e lacrime dall'altra, arriva la rete di Almarr Ormarsson a regolare i conti ancora una volta e a mandare tutti ai supplementari, durante i quali la battaglia sembra essersi risolta in un armistizio. Ma quest'armistizio prevede che qualcuno debba pur vincere, e quindi la via da seguire è quella dei rigori, dove i portieri si esaltano. Ma il Fram ha voglia di fare un capolavoro e di soffiare via la polvere del tempo dal suo nome sull'albo d'oro del calcio islandese e trova la grande gloria: dopo tanti anni di sofferenza, tra finali perse (ben 4/4 dal 1989 al 2009), campionati pessimi e dure retrocessioni (le peggiori nel 1995 e nel 2005), i suoi tifosi possono finalmente festeggiare, a 23 anni dall'ultimo titolo (un campionato) e 24 dall'ultima coppa! E poi si torna finalmente in Europa, precisamente in Europa League.
Ingvar Jónsson, portiere dello Stjarnan, mentre medita sulla sconfitta. Per lo Stjarnan, perdere oggi rappresenta una beffa insopportabile, di quelle che difficilmente si dimenticano: niente trofeo, addio possibilità di double e sconfitta ai rigori dopo essere stati in vantaggio per 3 volte. Bisogna ripartire subito e, per questo, buona fortuna, ragazzi! (fonte: sport.is) |
Bikar karla - Finale
Reykjavík, Laugardalsvöllur, 17 agosto 2013, ore 18:00 (ore 16:00 locali)
Fram - Stjarnan 3-3 dts (0-2, 3-1; 0-0, 0-0), 3-1 ai rigori
Reti: Halldór Orri Björnsson (ST, rigore, 5°) [0-1], Veigar Páll Gunnarsson (ST, 39°) [0-2], Hólmbert Aron Friðjónsson (FR, 52°) [1-2], Almarr Ormarsson (FR, 65°) [2-2], Halldór Orri Björnsson (ST, 72°) [2-3], Almarr Ormarsson (FR, 88°) [3-3]
Rigori: Hólmbert Aron Friðjónsson (FR) gol [1-0], Ólafur Karl Finsen (ST) gol [1-1]; Sam Hewson (FR) gol [2-1], Garðar Jóhannsson (ST) sbagliato [2-1]; Jordan Halsman (FR) gol [3-1], Halldór Orri Björnsson (ST) parato [3-1]; Alan Lowing (FR) parato [3-1], Gunnar Örn Jónsson (ST) parato [3-1]; fine della sequenza.
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