Avete mai immaginato di poter assistere ad un Fram-Barcellona? Oppure ad una sfida tra il Keflavik e le merengues del Real Madrid? E se la Vecchia Signora del calcio italiano, la Juventus, avesse sfidato i campioni d’Islanda come sarebbe andata a finire? Al giorno d’oggi poter anche solo fantasticare su queste sfide sembra un’utopia visto il format delle coppe europee, che obbligano le squadre dei paesi con il coefficiente più basso ad un serie infinita di partite di qualificazione al tabellone principale. Ma c’è stato un tempo in cui le grandi squadre europee prendevano l’aereo e volavano fino in Islanda per poter proseguire il loro percorso nella Coppa dei Campioni, in Coppa UEFA o nella defunta Coppa delle Coppe. Iniziamo oggi un viaggio alla scoperta di questi grandi match che hanno visto come protagoniste le piccole squadre islandesi contro i colossi del calcio europeo e mondiale.
Piccola premessa: come big del calcio sono stati prese in considerazione solamente quelle squadre che abbiano vinto almeno un trofeo internazionale. Un articola separato, invece, verrà riservato alla sfide tra i club islandesi e quelli italiani.
La storia dei club islandesi in Europa inizia nella stagione 1964/65, più precisamente in Coppa dei Campioni alla quale, per la prima volta si iscrisse una squadra dell’isola. E chi poteva essere se non quella più titolata e antica dell’Islanda, ovvero il KR? Il sorteggio non fu di certo favorevole: le urne della UEFA affibbiarono ai bianconeri il Liverpool campione d’Inghilterra. La partita d’andata si svolse al Laugardalsvöllur il 17 agosto del 1964. Come era abbastanza prevedibile i Reds non ebbero problemi e si imposero per 5-0 con doppiette di Roger Hunt e Gordon Wallace, oltre al gol di Philip Chisnall. Ad Anfield Road il Liverpool si impose nuovamente con cinque gol di scarto ma questa volta fu un 6-1. La prima rete islandese nelle coppe europee fu segnata da Gunnar Felixson al 36° del primo tempo.
Nel 1968/69 è la volta del Valur affrontare una grande (oggi un po’ decaduta) d’Europa, sempre in coppa dei Campioni. Le aquile ospitano al Laugardalsvöllur il Benfica (per una curiosa coincidenza l’aquila è anche il simbolo dei lusitani), vincitore nel 1961 e nel 1962 della coppa dalle grandi orecchie. I portoghesi sono in fase discendente dopo i fasti dell’inizio del decennio ma possono ancora annoverare tra le loro fila la perla nera, Eusebio, capocannoniere ai mondiali inglesi del ’66. A sorpresa la partita d’andata giocata in terra islandese finisce a reti inviolate. Due settimane dopo, però, la musica cambia. A Lisbona i lusitani si impongono per 8-1 sui rossoblù con sei marcatori diversi (tripletta di José Torres); il gol della bandiera islandese è di Hermann Gunnarsson quando il risultato era già sul 6-0.
L’anno dopo, torna in scena il KR, affrontando il Feyenoord. Gli olandesi sono una squadra molto forte e praticano un nuovo tipo di football, il calcio totale; prova ne è che i biancorossi si imporranno nella coppa più prestigiosa in campo internazionale in quella stessa stagione e nelle tre edizioni successive a vincere sarà l’Ajax di Cruijff. La partita di andata, che curiosamente si gioca al Fejienoord Stadion di Rotterdam nonostante siano i bianconeri i padroni di casa, è un disastro completo: finisce 12-2 per i tulipani con triplette di Kindavll e Geels. Per i bianconeri, nel finale di gara, vanno a segno Baldvin Baldvinsson e Olafur Björnsson.
In questo video potete vedere tutti i gol messi a segno durante la gara
In questo video potete vedere tutti i gol messi a segno durante la gara
La pesante debacle in terra olandese rimane tuttora la più pesante sconfitta mai subita in una manifestazione europea da parte di una squadra islandese in una singola partita. La gara di ritorno giocata due settimane sempre a Rotterdam è pura formalità: finisce 4-0 per gli olandesi con due gol per tempo.
Egill, hai dato il bianco!
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