Cerca nel blog

Menù

venerdì 15 luglio 2016

Intervista a Fabrizio Milani: il cielo è azzurro sopra Reykjavik!

In uno dei giorni più belli per il calcio islandese, c'era anche un nostro connazionale a festeggiare in piazza a Reykjavik per le vittorie di Gunnarsson e compagni. E' Fabrizio Milani che, come noi, è appassionato del magico binomio calcio - Islanda e per questo segue da molto tempo il nostro blog.

La sua presenza in Islanda in quei giorni non era casuale, era il suo quinto soggiorno islandese negli ultimi anni. Gli abbiamo fatto qualche domanda per chiedergli come nasce la sua passione e come l'ha vissuta in questi anni.

Vikingur Reykjavik - IBV di campionato, una delle partite vissute in diretta da Fabrizio (Fabrizio Milani)

1) Questa è il quinto anno che ti capita di andare in Islanda. Sei riuscito a girare tutta l'isola? Quali sono i posti che ti sono piaciuti di più? 
Si, in linea di massima ho visitato tutta l’isola, almeno nel suo perimetro, notando enormi differenze di scenario, popolazione e paesaggi a seconda della zona in cui mi trovavo. Non saprei dire quale zona dell’isola preferisco. Ormai ci sono talmente affezionato che la amo incondizionatamente. Forse mi è rimasta più impressa la parte nord, sicuramente più incontaminata e “dura” rispetto al sud.

2) Come ti trovi con gli islandesi? Quali sono i loro pregi e difetti?
Gli islandesi sono un popolo di una cordialità estrema, molto pacati, composti ed ordinati. Quelli che ho conosciuto più da vicino hanno tutti sviluppato nella loro vita attitudini particolari come la musica o arte in generale.
Per il momento non ho mai avuto problemi con nessuno quindi trovare dei difetti, per quanto mi riguarda, la vedo dura. La vera difficoltà è la lingua che ho tentato di imparare facendo un corso, ma ammetto che ho dovuto alzare “bandiera bianca”. Di contro c'è che praticamente tutti parlano inglese perfetto quindi l’interazione è comunque ottima.
Aggiungo un'ultima cosa: ogni volta che cammini per strada rischi di innamorarti almeno tre, quattro volte!

3) Come è nata questa tua passione per l'Islanda?
La mia passione per l’Islanda è nata e cresciuta col tempo. Sono sempre stato affascinato dagli scenari nordici che vedevo nei documentari e da ciò che sentivo raccontare di questi posti. Aggiungiamoci che io detesto con tutto il cuore il caldo. Appena ne ho avuta la possibilità economica (l’Islanda per noi italiani non è di sicuro una location per vacanza “low cost”…) decisi di visitarla.
Mi accorsi subito che quella sarebbe diventata la mia seconda patria dopo pochi giorni. Mi sentivo davvero a casa e confesso che è stato l’unico posto che mi ha fatto versare le lacrime quando dovevo fare ritorno a casa. Da allora ogni estate torno con più entusiasmo di quella precedente.

4) Hai avuto occasione di vedere partite del campionato locale?
Si, negli anni ne ho viste parecchie, da buon calciofilo non ho perso l’occasione di dare una occhiata al loro campionato. Non ricordo di preciso quante ne ho visto, ma almeno 2-3 per ogni viaggio.
Ho avuto la fortuna di potere assistere l’estate scorsa anche all’Europeo femminile Under 17 che si teneva ad Akranes. Una competizione organizzata benissimo ed in maniera super professionale e totalmente gratuita (bere e mangiare compreso).
La Uefa in quella occasione ha davvero fatto un evento coi fiocchi. Vedere cosi tante ragazzine giocare per la loro nazione davanti ad un ottimo pubblico è stata una cosa che davvero mi ricorderò per un bel pezzo. Fu una giornata davvero piacevole perché in Islanda è molto seguito anche il calcio femminile.

Islanda - Inghilterra si affrontano nei campionati europei U17 (Fabrizio Milani)

5) Cosa ti ha colpito di più delle partite che hai visto?
Diciamo che sono eventi difficilmente paragonabili con il nostro calcio.
Di sicuro la tensione è minore, il livello è più basso, ma comunque le partite rimangono divertenti. La fisicità fa da padrona a fronte di un livello tecnico "bassino". Lì chi ha in rosa qualcuno con un briciolo di tecnica fa “la parte del leone”.
Ho notato un'organizzazione straordinaria, strutture nuovissime e funzionali in ogni campo e non ho potuto non notare la miriade di sponsor di livello mondiale che hanno investito nel calcio islandese. Senza quelli è difficile svilupparsi e crescere per diventare competitivi. Loro ce l’hanno fatta e l’avventura della nazionale ne è la dimostrazione.

Il mitico Ásgeir Börkur Ásgeirsson, passato agli onori della cronaca per la sua barba durante la sua militanza con gli svedesi del GAIS, oggi gioca nel Fylkir e riempe i locali con la sua band death metal (Fabrizio Milani)

6) Qual è la tua squadra del cuore in Islanda?
Di sicuro il Thor Akureyri . Un po’ per la città in cui giocano (Akureyri è una cittadina nel nord davvero da lasciarci il cuore) ed un po’ per il loro colore biancorosso che è lo stesso della mia squadra del cuore, il Piacenza Calcio.

7) Hai avuto la fortuna di assistere alle partite degli europei in "madrepatria". Oltre al fatto che ti invidiamo parecchio, come sono stati questi giorni? Che atmosfera c'era?
Ho visto con loro la sfida contro l’Austria ,nella piazza di Reykjavik. Che dire….una giornata assolutamente indimenticabile. Entusiasmo alle stelle, magliette della nazionale completamente sold out e poi quel grido di gioia dopo il gol a tempo scaduto che davvero mi ha fatto vivere da vicino una favola calcistica che tra cento anni ancora ci si ricorderà.
Anche in quella occasione tutto perfetto: maxischermo, tappeto in erba sintetica per terra sul quale ci siamo seduti, entusiasmo e “bordello” rumorosissimo, ma senza particolari eccessi. Due ore dopo tutto era già stato pulito e sistemato come se non fosse successo nulla.
Avevo affittato un appartamento sopra un pub sulla Laugavegur (la via centrale di Reykjavik) e fino alle 5 del mattino il coro “Afram Island!!” ha riecheggiato sotto la finestra. Nessun fastidio però... ero contento come loro! :)

Il megaschermo nel centro di Reykjavik (Fabrizio Milani)

8) I festeggiamenti sono stati contenuti o è stata messa da parte la famosa aplomb nordica?
Direi una giusta via di mezzo. Nessun particolare eccesso, ma comunque la gioia era palpabilissima anche il giorno seguente. Il fatto che in questo periodo ci sia praticamente sempre il sole alto nel cielo ha favorito l’ora tarda dei festeggiamenti. Giusto cosi.

Tutti in ansia durante la partita, sorpresi da Gunnarsson e compagni e da un bel tempo inedito per i cieli islandesi (Fabrizio Milani)

9) Alcuni giornali locali hanno evidenziato come questo storico evento sportivo coincida con un altro evento quasi unico per l'Islanda: sembra che nelle ultime tre settimane sia piovuto pochissimo e sia stato molto soleggiato. Puoi confermare?
Si vero. Durante le partite non ha mai piovuto ed il cielo era esente da nuvole.  L’acqua che doveva piovere era già piovuta durante il “Secret Solstice Festival”, mega concertone che si era tenuto nei tre giorni precedenti la partita. Acqua che ….ho preso tutta :)

Nessun commento:

Posta un commento