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sabato 7 maggio 2016

Effodeildin, 9ª giornata - Disastro capitale e Lawal come un dio, il Víkingur Gøta è la nuova capolista. Ma le inseguitrici ora sono tre...

Quando si dice che il calcio è fatto di episodi, ormai sembra di dire una banalità. E invece, l'Effodeildin una volta di più ribadisce una grande verità di questo sport, dopo le tante che già abbiamo avuto modo di apprendere. Infatti, è bastato che le due squadre della capitale scivolassero contemporaneaente per aprire ad uno scenario inedito nella storia del calcio feringio: Víkingur Gøta capolista solitario e ben tre inseguitrici alle calcagna, più due un po' più lontane. In soltanto cinque punti sono racchiuse ben sei squadre; più di metà campionato in lotta per tutto, ma al di sotto c'è il baratro della lotta per la salvezza. Con questa giornata va in archivio il primo terzo di questo campionato a 27 giornate, e da qui alla fine la strada sembra costellata di ribaltoni e colpi di scena.

Festa grande per i tifosi del Víkingur Gøta, che dopo la vittoria nel big match contro il B36 si godono la vetta appena conquistata del campionato: c'è la sensazione che alle Fær Øer stia nascendo una nuova forza calcistica.. (vikingur.fo)

Copertina, dunque, com'è giusto che sia, alla nuova pagina della storia del calcio faroese. Il Víkingur Gøta, che aveva mancato la vetta della classifica già al turno precedente, era atteso da una prova tutt'altro che semplice: il B36 cercava la rivincita per la Supercoppa. Ma le cose si mettono immediatamente in salita per i bianconeri: dopo appena sei minuti di gioco, da un calcio d'angolo nasce una serie di colpi di testa e salvataggi sulla linea che Filip Djordjevic conclude con la sua sesta rete stagionale. Per gli ospiti è un vero e proprio shock, tanto che soli cinque minuti dopo Róaldur Jakobsen si addormenta con la palla tra i piedi e se la fa rubare ingenuamente da Sølvi Vatnhamar proprio davanti all'area di rigore, ma il numero 10 nerazzurro si fa ipnotizzare da Tórður Thomsen e fallisce il raddoppio. Lo stesso Vatnhamar colpisce poi al 22° l'incrocio dei pali da punizione, ma è un fulmine a ciel sereno, prima che si scateni l'uragano Víkingur da cui il B36 esce miracolosamente illeso grazie anche agli interventi di Thomsen. Nell'intervallo giunge la voce delle contemporanee difficoltà dell'HB sul campo dell'ÍF Fuglafjørður: ne esce una ripresa spettacolare. Le due migliori occasioni capitano sui piedi di Gestur Dam, ma la prima finisce su Marte, mentre l'altra viene bloccata fortunosamente in più tempi dal portiere nerazzurro. Siamo al minuto 70, e al minuto 73 Hørður Askham dai limiti dell'area scaglia un siluro potentissimo che si schianta ancora contro l'incrocio dei pali. Il finale è un assalto all'arma bianca  degli ospiti, che però non trovano il pareggio che avrebbero anche meritato. Il triplice fischio ufficializza dunque una nuova pagina di storia calcistica: il Víkingur Gøta, fondato il 4 febbraio 2008, ad appena otto anni di vita è per la prima capolista solitaria dell'Effodeildin.

Ma i meriti di questo traguardo non sono tutti dei nerazzurri o della sconfitta bianconera. Infatti, se Atene piange, Sparta non ride. Anzi, se la passa pure peggio. La vera figuraccia di giornata è quella che rimedia l'HB Tórshavn in casa dell'ÍF Fuglafjørður. Eppure la spedizione del team rossonero (anche se in maglia biancazzurra) era partita benissimo e al 27° si era incanalata nel binario giusto col rigore guadagnato da Jákup Hansen e trasformato da Christian Mouritsen, che poi aveva colpito anche una traversa pochi minuti dopo. Ma si deve parlare al passato, perché al 45° l'immobilità difensiva della squadra della capitale stende un tappeto rosso ad un cecchino come Adeshina Lawal che pareggia i conti. Il secondo tempo ricomincia conn grande equilibrio in campo, ma i padroni di casa al 67° rivelano ancora una grande fragilità difensiva, e da calcio d'angolo un pallone innocuo diventa per Jákup Hansen un bocconcino succulento per il nuovo vantaggio. Tutto finito? Nemmeno per sogno! L'ÍF infatti ha una reazione d'orgoglio talmente intensa che chiunque avrebbe fatto fatica a domarla e in soli 11 minuti ribalta completamente la partita: al 70° un lancio lungo dall'area mette ancora Lawal nella posizione ideale per sistemarsi la palla e calciarla sotto le gambe del portiere avversario, che deve raccogliere il 2-2 in fondo al sacco. Al 77°, con l'HB in confusione totale, Andy Olsen mette una palla in area, Leivur Joensen sembra aiutarsi spingendo Teit Jacobsen, ma l'arbitro non vede e lascia proseguire l'azione, conclusa in rete da Bogi Petersen servito di punta da un clamoroso Lawal che era appena riuscito a gestire la palla pur seduto a terra. L'HB va su tutte le furie e non riesce più a giocare, e allora all'81° è ancora Lawal a colpire da posizione defilata dopo aver prolungato per se stesso la traiettoria della palla in modo da poterla colpire meglio. E' l'apoteosi, l'HB crolla e con lui tutte le certezze di questo campionato. 10 è il voto ad un Lawal superlativo, 4 i punti che separano l'IF dalla vetta.

Nel gruppone che si lancia all'inseguimento del Víkingur si inserisce però anche un sempre più sorprendente KÍ Klaksvík, letteralmente trascinato alla vittoria da un altro uomo in stato di grazia, Jóannes Bjartalíð. Proprio lui risponde al momentaneo vantaggio del B68 Toftir, siglato alla mezz'ora da un bel tiro a giro di Kristian Anton Andreassen che s'insacca sotto al sette. Ma l'illusione ospite dura meno di cinque minuti, perché alla difesa più fragile del campionato tanto basta per perdere un pallone facilissimo da gestire sul debolissimo pressing dei padroni di casa. Il gol è di Bjartalíð, ma lui non deve far altro che appoggiare in rete una palla già apparecchiata. Il secondo, però, se possibile, è anche peggio: rimessa lunga del portiere, tocco di testa di Páll Klettskarð e pallone di nuovo tra i piedi di Bjartalíð che, libero dalla minima marcatura, supera con un tiro secco il povero Ragnar Lindholm. La malaparata del B68 si conclude già all'ora esatta di gioco, quando ancora un lancio lungo mette in risalto le qualità nel controllo aereo di Bjartalíð, che scatta in posizione regolare e mette dentro il 3-1. Il quarto gol, giunto in pieno extratime, è figlio un contropiede perfettamente orchestrato ancora da Bjartalíð e degnamente concluso da Hjalgrím Elttør, al primo gol stagionale. Un 4-1 così rotondo da essere inequivocabilmente eloquente: gli azzurri hanno buone possibilità di tornare a fare una grande stagione, mentre i loro avversari hanno bisogno di invertire una rotta che sembra procedere verso un drammatico naufragio.

Ma nella scia della capolista c'è ancora una squadra, che sta vivendo piuttosto anonimamente questa stagione: è forse finora il flop più grande, quello dell'NSÍ Runavík. Il cambio al timone sembra aver impoverito la squadra giallonera, e anche la furia offensiva del capocannoniere delle ultime due stagioni (Klæmint Olsen) sembra essersi esaurita. Eppure, è ancora suo il gol che decide la partita contro l'AB Argir, semplice sulla carta ma complicata sul campo. E a complicarla ci ha pensato al 45° Monrad Jacobsen che, dopo il gol in apertura di Magnus Olsen, rimette in partita l'AB facendosi espellere per un fallo da ultimo uomo ai limiti dell'area. Dalla punizione che segue potrebbe nascere un rigore per lo stesso AB a causa di un tocco di spalla-braccio in area, ma l'arbitro non vede: l'episodio è dubbio, ma i gialloneri hanno rischiato di avere un rigore contro. Il rigore però arriva a  favore al 55°, ma anche in questo caso c'è poca chiarezza: cosa ha sanzionato l'arbitro? L'intervento di Patrik Johannessen, anche se non particolarmente pericoloso? O un tocco di mano che ci sfugge? Difficile a dirsi, ma intanto il buon Klæmint ne approfitta e dal dischetto raddoppia. La squadra di casa crede troppo presto di averla chiusa, e da calcio d'angolo subisce il gol di testa di Rasmus Dan Sørensen che, a venticinque minuti dalla fine, riapre tutto. Ma Olsen e compagni stringono i denti e riescono a portare a casa i tre punti su cui aleggia il dubbio sul modo di concedere i rigori, lasciando l'AB in una posizione scomoda.

Infatti, l'altro gruppone (distante dal primo) è quello che lotta per salvarsi, ed è quello capitanato da uno Skála che in casa non fa sconti a nessuno. La partita contro il TB Tvøroyri viene di fatto decisa nei minuti tra il 25° e il 28°, quelli necessari a Jónhard Frederiksberg a segnare una doppietta. Entrambi i gol arrivano dopo un'azione sulla fascia destra, ed è lì che il TB soffre maledettamente anche in azione del terzo gol, che Álvur Christiansen segna in scivolata al 40°. Nella ripresa il problema persiste, ed è ancora dalla destra che arriva addirittura la quarta rete, da parte di Jákup Johansen. Al 54° l'umiliazione è servita con la tripletta di Frederiksberg per il 5-0. Inutile consolazione quella del gol della bandiera di testa da parte di Teitur Justinussen nel finale: il 5-1 permette agli arancioni di portarsi già a +4 sulla zona retrocessione.

Ecco gli highlight delle partite:

Vikingur - B36 1-0
http://kvf.fo/netvarp/sv/2016/05/02/16050232vikingurb36#.VzCC4YSLTrc

IF - HB 4-2
http://kvf.fo/netvarp/sv/2016/05/02/16050232ifhb#.VzCDF4SLTrc

Skala - TB 5-1
http://kvf.fo/netvarp/sv/2016/05/02/160502skalatb#.VzCDMYSLTrc

NSI - AB 2-1
http://kvf.fo/netvarp/sv/2016/05/02/160502nsiab#.VzCDTISLTrc

KI - B68 4-1
http://kvf.fo/netvarp/sv/2016/05/02/160502kib68#.VzCDZISLTrc












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