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domenica 11 ottobre 2015

Qualificazioni Euro 2016, 9ª giornata - Una doppia rimonta subita che grida vendetta

Con questi giorni di metà ottobre, sta volgendo finalmente al termine la stagione ufficiale per il calcio islandese e per quello faroese. A novembre, infatti, non giocheranno né l'Islanda già qualificata né le Fær Øer già eliminate, a meno che non si organizzi qualche amichevole nell'ultima pausa del 2015, prevista appunto per il mese prossimo. Questi giorni dunque possono essere considerati come un'occasione per gli esperimenti tattici e tecnici, soprattutto per la nazionale del duo Lagerbäck-Hallgrímsson che esordirà agli Europei 2016 in Francia. Ma, almeno a questo turno, c'è ben poco di cui essere soddisfatti.

Una buona dose di insoddisfazione è quello che si legge sui volti di Gylfi Þór Sig­urðsson e di Hann­es Þór Hall­dórs­son a fine partita (mbl.is/​Golli)

Dopo lo storico approdo alla fase finale degli Europei con un ben meno memorabile 0-0 interno col Kazakistan (ce ne ricorderemo in futuro solo per il suo valore simbolico, ma per il resto è stata una mezza figuraccia), l'Islanda aveva l'opportunità di salutare il suo pubblico nel migliore dei modi nell'ultima gara casalinga di questo girone di qualificazione. Teoricamente l'impegno era tutt'altro che impossibile, ma dopo lo scialbo pareggio con la nazionale euroasiatica bisognava tenere alta la guardia. E in effetti le dichiarazioni alla vigilia lasciavano ben sperare: tutti intenzionati ad ottenere sei punti nelle due partite restanti, cioè il massimo possibile. L'obiettivo è ovviamente prendere il primo posto nel girone. Le cose sembrano mettersi subito bene: solito 4-4-2 come modulo e alla prima occasione Islanda in vantaggio. Al 5° infatti Gylfi Þór Sig­urðsson batte una punizione dalla trequarti che sorprende il portiere lettone, il quale riesce però a metterci comunque una pezza col guantone; tuttavia, la respinta è corta e sulla palla si avventa per primo Kolbeinn Sigþórsson, che può insaccare facilmente. La Lettonia però sembra essere venuta a Reykjavík più per dovere che per giocare veramente, e due minuti dopo rischia di prendere il secondo gol da Jóhann Berg Guðmundsson, bravo a scattare in posizione regolare ma meno bravo a concretizzare. Ma la prima mezz'ora è un monologo islandese (parzialmente rovinato dall'uscita per infortunio di Kári Árnason, subito sostituito da Sölvi Geir Ottesen) e al 28° infatti arriva il siluro rasoterra da fuori area del solito Sigurðsson che sembra chiudere i conti. Peccato che questi conti la nostra Islanda li abbia fatti senza l'oste (la Lettonia), perché quest'oste ha una reazione d'orgoglio e nell'ultimo quarto d'ora del primo tempo ha tre buone occasioni che non diventano gol solo perché in porta c'è un certo Hann­es Þór Hall­dórs­son. Insomma, la partita è tutt'altro che chiusa.

E la nazionale lettone lo ribadisce anche all'inizio della ripresa. Scambi veloci ai limiti dell'area e aggressività molto più convinta rispetto ai primi quarantacinque minuti: è questa la ricetta che il ct Marians Pahars adotta per guidare alla rimonta i suoi. E il campo lo premia subito, perché al 49° la difesa islandese permette ad Aleksandrs Cauņa di calciare un rigore in movimento e quindi di segnare (con l'aiuto di una deviazione del palo interno). Nel frattempo spunta il sole sulla capitale più a nord del mondo, ma sulla sua nazionale si addensano nubi sempre più nere, fino al bellissimo pareggio al volo di Valērijs Šabala al 67° che fa giustamente inferocire il tecnico svedese in panchina. Nel finale, addirittura, è la Lettonia ad andare all'attacco alla ricerca del gol della vittoria. Insomma, in parole estremamente povere l'atteggiamento di quest'Islanda è da censurare, e in tal senso è positiva la rabbia a fine partita di Lagerbäck; dall'altro lato però possiamo anche ritenerci fortunati, perché la Repubblica Ceca ha perso in casa per 2-0 con la Turchia, permettendo quindi al team islandese di mantenere il primo posto solitario nel girone. Tuttavia, resta ancora un'ultima partita da giocare: i cechi giocheranno in casa di un'Olanda disperata e costretta alla vittoria per non fallire clamorosamente l'approdo a Euro 2016, ma anche l'Islanda dovrà fare una spedizione sul campo della Turchia che vorrà mantenere ad ogni costo quel terzo posto che per lei varrebbe i play-off. Sicuramente sia Amsterdam che Istanbul saranno due ambienti molto caldi, ma non c'è bisogno di ricordare che gli stadi turchi possono essere autentici inferni in Terra, a differenza di quelli olandesi.

Tutt'altra musica invece per la nazionale faroese, ormai già condannata all'eliminazione ma non per questo arrendevole. A Budapest, in Ungheria, Lars Olsen sceglie un atteggiamento prudente, affidandosi alla ripartenze su eventuali errori magiari. Ed è proprio da uno di questi errori che nasce il vantaggio faroese siglato all'11° da Róaldur Jakobsen, al primo gol in tre presenze con la nazionale maggiore. Il gol del classe '91 taglia le gambe alla squadra di casa, che soltanto alla fine del primo tempo riesce a rendersi di nuovo pericolosa, ma Gunnar Nielsen blocca in due tempi. Nella ripresa le cose non cambiano più di tanto, e fino all'ora di gioco la compagine faroese amministra egregiamente il vantaggio, quando al 63° Dániel Böde, attaccante in forza al Ferencváros, segna di testa e manda in visibilio il caloroso pubblico budapestiano. Proprio questo entusiasmo si rivela un'arma a doppio taglio per la squadra di casa, che al 69° rischia grosso per un contatto in area sul quale l'arbitro - l'austriaco Robert Schörgenhofer - sorvola, ma sul quale avrebbe dovuto concedere il rigore. L'episodio è fondamentale, perché dal possibile rigore in favore dei faroesi l'azione si ribalta e Böde segna la doppietta che regala il vantaggio all'Ungheria. Questo può dare più fastidio alla Finlandia, che era ancora in corsa per il terzo posto e che invece adesso non lo è più (inutile quindi l'1-1 in Romania), che alla compagine faroese. Nel finale, nervosismo e frustrazione per l'undici allenato da Lars Olsen, che resta in dieci a causa dell'esplusione per atteggiamento violento e antisportivo di Atli Gregersen contro un membro della panchina ungherese. A questo punto, l'ultima partita casalinga con la Romania diventa fondamentale proprio per la nazionale dell'Est Europa, che ha un solo punto di vantaggio sull'Ungheria ed è chiamata dunque a difendere con i denti il secondo posto; per la nazionale nordatlantica, resta l'obiettivo di pareggiare almeno il record di sette punti in un girone di qualificazione.

Classifica girone A




Classifica girone F
 

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