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sabato 25 aprile 2015

Løgmanssteypið, quarti di finale: la capitale in festa e gli epici 200 minuti del Víkingur Gøta

Settimana importante per il calcio faroese, questa. Dopo lo strappo venutosi a creare in campionato tra la prime della classe (l'NSÍ Runavík) e chi insegue, col rischio che questo possa approfondirsi alla prossima giornata col derby della capitale, anche la coppa nazionale sembra manifestare una certa tendenza "elitaria". A superare lo scoglio dei quarti, infatti, sono state le quattro squadre che occupano i vertici dell'Effodeildin, praticamente il meglio che ci sia sui rettangoli verdi dell'arcipelago.


Ad aprire le danze sono stati i vicecampioni dell'HB Tórshavn, impegnati martedì 21 al Gundadalur contro il Giza/Hoyvík. Occorre specificare che l'HB ha giocato in qualità di ospite: infatti, il Gundadalur è diviso in Ovari vøllur (di proprietà del B36 e, appunto, dell'HB) e Niðari vøllur, condiviso invece dal Giza/Hoyvík con l'Undrið FF. La partita, ovviamente, si è dunque svolta sul secondo terreno di gioco: una cosa che sembrava aver portato molto bene ai padroni di casa, ritrovatisi in vantaggio dopo soli nove minuti con Ahmed Keita. Vantaggio conservato, anche piuttosto bene, per circa un'ora di gioco, fino a che i rossoneri non hanno potuto sciogliere il crescente nervosismo grazie al gol, un po' fortuito, di Arnbjørn Theodor Hansen al 61°. Il punto di svolta del match si è avuto qui, con la squadra di Frankie Jensen che poi si è sciolta come neve al sole: al 69° arriva il sorpasso a firma di Gunnar Haraldsen. Assunto il controllo dell'incontro, i rossoneri dilagano nel finale: Fróði Benjaminsen all'82° e Rógvi Sjúrðarson Holm al 90° regalano un 4-1 abbondantemente immeritato, ma sicuramente frutto della notevole differenza di forze ed esperienza in campo.

Se la sponda rossonera di Tórshavn tira un sospiro di sollievo per il pericolo scampato, quella bianconera può ridere a buon diritto. Il quarto di finale tra B36 Tórshavn e EB/Streymur, agli antipodi della graduatoria, è fedele a quanto si vede in campionato: partita senza storia, con la squadra di Streymnes in evidentissima crisi d'identità. E la forza, nemmeno troppo prorompente, della squadra della capitale ha la forza di un uragano contro una muraglia di carta velina. In un quarto d'ora, infatti, Lukasz Cieslewicz mette subito le cose in chiaro e, con una doppietta, vince la debolissima resistenza avversaria. Il rigore di Jákup á Borg al 32° arrotonda il risultato e cala il sipario sulla partita, riaperta solo per far segnare il 4-0 a Odmar Færø.

Più difficili, invece, sono stati gli impegni di Víkingur Gøta e NSÍ Runavík. I nerazzurri hanno dato vita ad una battaglia infinita in casa dell'ÍF Fuglafjørður, per un quarto di finale capace di durare poco meno di 200 minuti, rigori compresi. Un'epopea da cantare, più che da riassumere in poche righe. Doppio vantaggio nerazzurro in mezz'ora con Gunnar Vatnhamar e Atli Gregersen; ribaltone biancorosso nella ripresa con Nenad Saric e, all'ultimo dei quattro minuti di recupero, Bartal Eliasen. Il colpo di scena, clamoroso e glorioso rimontone, si concretizza al 94°, cioè al quarto dei tempi supplementari, quando Ari Ólavsson Ellingsgaard addirittura porta l'ÍF Fuglafjørður in vantaggio per 3-2. Tutto finito? Neanche per sogno! In preda ad una feroce crisi isterica, la squadra "regina di coppe" resta in inferiorità numerica al 105°, quando Dánjal Pauli Lervig si fa cacciare per doppia ammonizione. Sotto di un gol e sotto di un uomo, il Víkingur Gøta trova una fiammata d'orgoglio e al 120° trova l'insperato 3-3 con Heðin Hansen. Il culmine della tensione? Siamo ancora lontani! Si va dunque ai rigori per decretare il passaggio di un turno che entrambe le contendenti meriterebbero. Anche la sorte si dimostra estremamente indeciso, prolungando la serie di tiri dal dischetto in modo inverosimile. Alla fine, però, decide di rispondere al richiamo del re: il Víkingur passa per 9-8 ai calci di rigore. Estenuante, ma bellissimo: se avete ancora negli occhi la Supercoppa di Doha tra Juventus e Napoli, avrete un'idea ben precisa di cosa è stato questo quarto di finale. Con le dovute differenze, ma non è un'esagerazione.

Altrettanto clamoroso è l'ultimo quarto di finale, quello tra NSÍ Runavík e AB Argir. Succede poco o nulla per tutti i tempi regolamentari, che infatti terminano sullo 0-0. La stessa monotonia si vede anche nel primo tempo supplementare, che però viene scosso da un fulmine a ciel sereno, ovvero il rigore realizzato dal solito Klæmint Andrasson Olsen al 105°. Questa cosa, però, per i gialloneri si rivela essere inaspettatamente un boomerang: tra il 110° e il 111°, infatti, l'AB dà vita ad un uno-due micidiale che ribalta la situazione e, grazie Heðin Stenberg e Jógvan Andrias Nolsøe, si porta in vantaggio per 2-1. La squadra di casa però non ci sta, e quattro minuti dopo scatena il suo arsenale, riacciuffando il pareggio con Haraldur Reinert Højgaard. Tuttavia, qui le pause sono di meno e di lunghezza inferiore, come anche la serie dei rigori: 5-4 e NSÍ in semifinale. Anche se si aspettano ancora i sorteggi, lo spettacolo è assicurato.

Quarti di finale Løgmanssteypið
Giza/Hoyvík - HB Tórshavn 1-4
NSÍ Runavík - AB Argir 2-2 (5-4 dtr)
B36 Tórshavn - EB/Streymur 4-0

ÍF Fuglafjørður - Víkingur Gøta 3-3 (8-9 dtr)

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