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mercoledì 28 agosto 2013

Ritorno play-off di Europa League: l'FH vola nelle Fiandre per dimenticare una settimana da film horror. Ma l'umore è sotto i piedi...

Che il tempo fugga troppo in fretta è una sensazione che tutti abbiamo avuto più volte nella vita e che i poeti hanno reso magnificamente più volte nella storia. Questo non è un blog letterario e quindi vi risparmieremo inutili citazioni fatte e rifatte, ma non possiamo tralasciare un dettaglio: il tempo passa, e ricordare il passato non è sempre piacevole. Per capire meglio, si può chiedere qualcosa all'FH Hafnarfjörður, che soltanto sette giorni fa sprizzava entusiasmo da tutti i pori, trasmettendolo anche dal proprio sito ufficiale, mentre adesso fa i conti con la maestra più dura della vita, ma anche di un più banale processo di crescita di una squadra: l'esperienza. Inutile girarci intorno, senza esperienza non si va lontano, e l'unico modo per acquisirla è sbagliare.
Il pubblico della Cristal Arena è abituato a vedere il Genk giocare partite contro formazioni di primo livello in Europa. Non è particolarmente caloroso anche se molto fedele alla squadra, per cui l'ambiente non sarà troppo ostile come potrebbe esserlo in paesi dove il calcio è quasi un motivo di vita, ma pensare di riuscire a qualificarsi qui è un pensiero (purtroppo) francamente difficile da sostenere. (fonte: hln.be)

Proprio quest'anno l'FH, insieme al Breiðablik, ha capito che andare avanti nelle coppe europee significa inevitabilmente lasciare punti in campionato, una cosa che anche alle nostre latitudini va ripetendo da anni mister Walter Mazzarri, che in Champions col Napoli è andato oltre ogni più rosea aspettativa. Senza prendere voli pindarici, è scontato dire che in Islanda uno come Mazzarri non ci sia, ma forse i suoi pensieri (condivisi in realtà da molti) stanno per arrivarci. Come notato anche da Denis, un nostro fedele lettore, entrambe le squadre impegnate in Europa (non vale neanche la pena citare le comparse di KR Reykjavík e  ÍBV Vestmannaeyjar) hanno poi avuto un calo in campionato. Ma se l'FH ha tenuto botta fino a domenica, cioè fino al giorno in cui probabilmente ha lasciato il trono al successore, il Breiðablik ha perso lo smalto ormai un mese fa, cioè in quella ormai famosa spedizione all'estrema periferia del Vecchio Continente. Ma come arrivano l'FH e il Genk alla sfida di domani? Vediamolo insieme.

Partiamo dai padroni di casa. Dopo una partenza a razzo in campionato, nelle ultime partite hanno subito una leggera flessione, prima di (ri)trovare la vittoria nell'ultima partita, giocata domenica in casa e vinta per 1-0 contro il Cercle Brugge grazie ad un gol nei primissimi minuti del trentenne attaccante Benjamin De Ceulaer, che ha l'onere e l'onore di giocare per la squadra della sua città, alla quale però non ha dato ancora un grosso contributo: 3 gol in 16 partite. Il pericolo principale quindi non è lui, e neanche un altro giocatore, ma il gioco collettivo della squadra, diretta in modo efficace da Mario Been, il terzo allenatore olandese nella storia della società appena venticinquenne (è nata infatti nel 1988 a seguito di una fusione di altre due squadre), passato da giocatore anche dalle parti di Pisa, dove militò per tre anni. Non ha un palmarès ricchissimo; anzi, vi è un solo trofeo, guarda caso una Coppa di Belgio conquistata proprio nella scorsa stagione col Genk. Una scorsa stagione vissuta da personaggio non protagonista, ma neanche secondario, visto il terzo posto in campionato e i sedicesimi di finale in Europa League. Troppo presto, tuttavia, per esprimere giudizi su questa squadra, visto che ha giocato appena cinque partite del nuovo campionato.

Si potrebbe parlare in modo diverso per l'FH, ma purtroppo nell'ultima settimana le cose si sono messe male per il team di Heimir Gudjónsson che, come saprete, domenica ha perso la partita più importante della sua stagione in patria, essendo stato sconfitto per 3-1 nello scontro-scudetto dal KR Reykjavík. Se da una parte è vero che la squadra è ancora campione d'Islanda in carica (ma sembra solo questione di tempo per perdere questo titolo) ed è anche la detentrice della Supercoppa Islandese (trofeo che non potrà difendere, visto che molto probabilmente non parteciperà alla prossima edizione), dall'altra è altrettanto vero che il calcio islandese notoriamente non è tra i migliori d'Europa, per cui contro squadre di questo livello si può essere vincitori di tutto nei confini nazionali, ma sarà sempre tutto molto relativo. E non stiamo parlando certo di squadroni come il Bayern Monaco o il Barcellona...

Non resta che sperare in un'impresa a questo punto, ma vi diciamo che perfino a noi questa sembra una vana speranza. Troppo forte e troppo più esperto il Genk. Nessuno dice che l'FH non raggiungerà mai questi livelli, ma è evidente che oggi non è una squadra in grado di reggere questi confronti. In futuro, se la società investirà bene e si affiderà agli uomini giusti, forse sì, e si parlerà dell'FH proprio come oggi si sta parlando del Genk. Non sarebbe niente di eccezionale, ma per il calcio islandese sarebbe un notevolissimo passo in avanti. Ed ogni passo in avanti, se fatto con l'intenzione di progredire ancora, è una cosa positiva.

Europa League
Ritorno dei play-off
Giovedì, 29 agosto 2013

Genk, Cristal Arena, ore 20:00
Genk (Bel) - FH Hafnarfjörður [2-0 all'andata]

2 commenti:

  1. Ti ringrazio per avermi citato caro Francesco, ti dirò che non sono fiducioso, ma nel calcio può succedere di tutto, vedi Celtic ieri sera (anche se ovviamente siamo su un altro pianeta in termini di valori assoluti della squadra).

    In bocca al lupo all'FH.

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    1. Ciao Denis, mi sembrava giusto renderti merito per il commento (condivisibile) dell'altra volta. Era difficile essere fiduciosi, eppure qualche cosa di positivo c'è stato ieri...

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