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venerdì 2 dicembre 2016

Islanda, la Storia. Capitolo VI: l'inizio della guerra civile e l'era degli Sturlungar (1208-1241)

Nelle prossime righe affrontiamo uno dei periodi più cruenti della storia islandese. Nel capitolo precedente avevamo celebrato il "libero stato islandese", momento in cui l'economia dell'isola era particolarmente florida, in coincidenza di una sostanziale anarchia politica.

In una società particolarmente violenta, dove l'equilibrio politico era basato sull'onore, bastava poco per far esplodere le rivalità fra i potentati dell'epoca. In particolare, l'Islanda di inizio XIII secolo era dominata da pochi clan, dislocati in diverse aree geografiche, ma costantemente in conflitto fra di loro.


La "pozza di Snorri" a Reykholt. Il passaggio aperto dietro si dice che conduca alla cantina dove Snorri Sturluson fu assassinato (guidetoiceland.is)

In questo contesto il sangue si mischia all'epica ed emergono molti fra i personaggi storici più apprezzati della storia islandese. Ne ricordiamo due su tutti, di sponde avverse, ma con la dote comune di essere egualmente bravi con penna e spada.

Il primo è Kolbeinn Tumason: è lui a scatenare il primo conflitto. Curiosità: uno studio genetico ha stabilito che da suo papà Tumi Kolbeinsson discendono ben 112.000 islandesi. E' divertente ricordare che Tumi era figlio illegittimo di Kolbeinn Arnórsson. Solo la storia islandese può annoverare una rivincita così eclatante per un "bastardo".

Il secondo è Snorri Sturluson, probabilmente il più celebre personaggio storico islandese. Ai più è noto per le sue opere letterarie, in primis l' "Edda", che lo hanno fatto equiparare al nostro Dante Alighieri. In realtà Snorri è stato anche uno dei politici più importanti dell'Islanda medioevale. E' facile reperire informazioni e documenti su di lui. Quello che vi consigliamo di fare è, se vi recate in Islanda, di recarvi a Reykholt e visitare il centro culturale a lui dedicato.  

La guerra civile islandese generalmente viene collocata fra il 1220, anno in cui Snorri Sturluson viene nominato vassallo del re norvegese Haakon, e il 1264 ovvero l’anno della firma dell’ “accordo di Gissur”. Però, come detto in precedenza, già all’inizio del secolo si hanno violenti scontri che coinvolgono attori di primo piano.

All’inizio del XIII secolo Kolbeinn Tumason è uno degli uomini più influenti del paese. Tuttavia avverte quanto la potenza della sua famiglia sia precaria e in bilico. Intuendo l’importanza che rivestiva la Chiesa Islandese vi infiltrò molti dei suoi uomini di fiducia, non prevedendo che uno di questi gli si rivoltasse contro una volta insediatosi come vescovo di Hòlar: Guðmundur Arason.

L'attuale sede episcopale di Holar, cinta dalle mura dell'antica chiesa (tjalda.is)

Costui era riconosciuto come persona pia e devota, spesso dedita all’aiuto dei più bisognosi. Ciò gli invise molti goðar poiché le persone da lui aiutate erano spesso debitrici dei caporioni più importanti. Kolbeinn Tumason entrò in contrasto con lui proprio quando, per una faccenda di debiti contratti da un predicatore, pretese di soggiogare la disputa al suo giudizio, scavalcando l’autorità ecclesiastica che invece era la titolare del potere di dirimere la questione.

Guðmundur Arason reagì vergando il primo documento che rivendicava l’autorità della Chiesa sul giudizio di propri esponenti, provocando l’ira del suo ex mentore. Kolbeinn Tumason decise di punirlo, si alleò con membri dei clan Ásbirningar e Svínfellingar e si diresse alla volta di Hòlmar. Il vescovo però aveva a sua volta riunito intorno a sé un piccolo esercito, lo scontro avvenne a Víðines, nei pressi di Holar, dove Kolbeinn Tumason perse la vita e il suo esercito si disperse.

La piana di Víðines, nel nord dell'Islanda, dove si svolse la famosa battaglia (hotel-r.net)

Guðmundur Arason non poté goderne a lungo in quanto fu richiamato in Norvegia dall’arcivescovo e al suo ritorno in Islanda fu continuamente perseguitato dagli eredi dei clan da lui sconfitti. Per questo motivo la sua esperienza verrà accomunata a quella di Thomas Beckett e tuttavia non riuscirà più ad avere un ruolo politico di primo piano. Inoltre l’esito della battaglia di Víðines, combinato con la scomparsa di un protagonista come era Kolbeinn Tumason, aumentò la rivalità per contendersi il paese. Il vuoto da lui lasciato venne presto colmato da Snorri Sturluson che ereditandò anche rivalità e opposizione da parte dei capi degli altri clan e di alcuni membri della sua stessa famiglia.

Nel frattempo in Norvegia è salito al trono re Haakon. E' il 1217 e Haakon è appena tredicenne, cosicché la reggenza del regno è affidata al suo futuro rivale, il nobile Skúli Bárðarson. Proprio nell'ottica degli equilibri interni al regno, l'Islanda torna nell'orbita di interesse norvegese. Le due fazioni hanno interesse ad accreditarsi presso le figure islandesi più autorevoli, ma il fine ultimo è l'annessione formale dell'Islanda al Regno di Norvegia.

Conio con l'effige di Haakon IV Haakonarson (www.hubert-herald.nl)

Nel 1220 Haakon nominò Snorri Sturluson vassallo di Norvegia, auspicando un suo sostegno nelle dispute interne. Snorri si prestò scaltramente a questo intento: da una parte questa investitura lo legittimava agli occhi dei goðar rivali, dall'altra gli permetteva di tenere a bada le mire norvegesi sull'isola.

Inizialmente il suo maggior oppositore è stato Sturla Sighvatsson, figlio di suo fratello Sighvatur Sturluson. Entrò in aperto contrasto con lui appena ci fu da contendersi la mano di una nipote del defunto Jón Loftsson, suo maestro e vicino alla famiglia reale norvegese. Questo matrimonio avrebbe portato in dote il dominio su alcuni importanti feudi dell’isola e fu così che iniziarono i primi scontri all’interno della stessa famiglia.

Snorri organizzò due eserciti alla guida rispettivamente di suo nipote Böðvar Þórðarson e del suo figlio illegittimo Órækja e marciò contro suo fratello Sighvatur e il di lui figlio Sturla. Tuttavia Snorri era riluttante a questo scontro. All’alba della battaglia sciolse il suo esercito e cercò di negoziare con i due rivali. Questi però non abbassarono le loro pretese e costrinsero Snorri alla fuga.

Snorri Sturluson in una miniatura dell'Heimskringla, una delle sue opere principali, nella versione del 1899 (commons.wikimedia.org)

Le redini del gioco passano in mano ad Órækja, personaggio che meriterebbe un capitolo a parte. Riconosciuto per la sua aggressività e la sua arroganza, riorganizzò parte dell'esercito intraprendendo azioni di guerriglia nella zona dei fiordi dell'Ovest, dove risiedeva e spadroneggiava. Haakon tentò di mediare a distanza, invitando i contendenti islandesi ad una conferenza di pace in Norvegia che non si tenne mai. Infatti Órækja aveva provocato il suicidio di Oddur Álason, nobile islandese innamorato di sua sorella Þórdís Snorradóttir, inviandogli una lettera carica di insulti firmata a nome di Þórdís. Sturla Sighvatsson, a cui Oddur era legato, spedì dei sicari per accecare e castrare Órækja. Il figliastro di Snorri venne ferito, ma riuscì a sfuggire alla trappola. Di lui si dice che si recò in pellegrinaggio a Roma e tornò in Islanda per vendicare il padre, salvo dover lasciare nuovamente l'isola in fretta e furia per morire transfugo in Norvegia nel 1245.

Tornando alle vicende islandesi, è Sturla a diventarne l’anima politica. Nel 1235 Haakon conferì anche a lui la carica di vassallo sottoponendogli lo stesso progetto che aveva proposto a Snorri. Sturla dimostrò subito il suo animo aggressivo informando gli altri goðar dell’intento del re, minacciò chi intendeva sottrarvisi ed esiliò Snorri in Norvegia, dove entrò fra le fila dei sostenitori di Skúli Bárðarson.

Gli altri clan non tardarono ad organizzarsi e a reagire ai propositi di Sturla. E’ in questo contesto che emerge un’altra figura chiave della guerra civile: Gissur Þorvaldsson. Nella contesa per il controllo della Norvegia fra Haakon IV e Skúli si era schierato con il re. Gissur era favorevole all’annessione dell’Islanda alla Norvegia, ma aveva ben chiaro che se fosse avvenuto sotto la custodia degli Sturlungar, ciò avrebbe significato la sottomissione degli altri clan.

Þorvaldsson unì così la sua casata degli Haukdælir a quella degli Ásbirnings guidati da Kolbeinn il Giovane (figlio del fratello di Kolbeinn Tumason). Con un esercito di 1700 persone si prepararono alla resa dei conti con Sturla e Sighvatur. Questi riuscirono a radunare un esercito di 1000 persone. Lo scontro avvenne a Örlygsstaðir (1238), nell'entroterra dello Skagafjörður, e verrà ricordata come la più grande battaglia della storia d’Islanda. Ci furono 50 morti, a cui vanno aggiunte sei esecuzioni per decapitazione decise per vecchie faide (i nomi di questi ultimi sono ricordati nella “Saga degli Sturlungs”). Dalla battaglia di Örlygsstaðir, Gissur e Kolbeinn uscirono come i nuovi goðar predominanti. Per gli Sturlungar si avvicinava il tramonto: Sighvatur perì sul campo di battaglia, insieme a Sturla e altri tre suoi figli. 

Vista sullo Skagafjörður, nell'entroterra del quale si è svolta l'epica battaglia di Örlygsstaðir (blog.parrikar.com)

In seguito ai lutti che avevano colpito la propria famiglia, Snorri chiese al re il permesso di tornare in Islanda. La Norvegia era al culmine della guerra civile e il re, che non perdonava a Snorri di essersi schierato con il suo rivale, gli negò il permesso di lasciare il paese. Fu Skúli, che si era proclamato re nel 1239, a permettergli di ripartire per casa. Snorri, che era persona leale e riconosceva l'autorità di Haakon, decise scientemente di disobbedirgli pronunciando una frase, "Út vil ek", divenuta provverbiale in islandese. "Andrò a casa" (letteralmente "Voglio uscire") è un modo per affermare le proprie origini e rivendicare la propria autonomia. Snorri partì poco prima che Haakon sconfisse e uccise Skúli. Il re non aveva nessuna intenzione di lasciarselo scappare e mandò una lettera segreta a Gissur con l'ordine di catturare Snorri o ucciderlo.

Nel frattempo Snorri era tornato al centro della politica islandese e si adoperò per far condannare Gissur, accusandolo della morte di Sighvatur e Sturla. Gissur si presentò all'Alþingi con il suo esercito personale, ma alla fine decise di pagare la sanzione che gli era stata commutata. Per l'epilogo era solo questione di tempo.

Gissur ricevette la lettera. Nell'autunno del 1241 radunò una settantina di uomini e si recò alla volta di Reykholt, dove abitava Snorri che fu colto di sorpresa. Nella “Saga degli Sturlungs” l’episodio viene riportato in tutta la sua tragedia e non pare che gli sia stata concessa la possibilità di arrendersi: 

“Dopo ciò essi scoprirono dove si nascondeva Snorri e questi entrarono quindi nella sua cantina: Markús Marðarson, Símon knútur, Árni beiskur (“il freddo”), Þorsteinn Guðinason, Þórarinn Ásgrímsson. Simon chiese ad Árni di ucciderlo. “Non dovresti trafiggermi tu?” disse Snorri. “Trafiggiti tu” gli disse Simon. “Non dovresti trafiggermi tu?” disse Snorri. A questo punto Árni gli sferrò un colpo mortale e dopo sia lui che Þorsteinn procurarono altre ferite al suo corpo ormai cadavere”.


Fabio Quartino
La Costituzione Islandese: storia ed evoluzione
Università degli Studi di Genova, 2009
&
Nordicum-Mediterraneum
Icelandic E-Journal of Nordic and Mediterranean Studies

2 commenti:

  1. Congratulazioni per il lavoro di ricerca. Non è il primo articolo storico che leggo sul vostro blog. La storia di Snorri Sturluson mi ha sempre appassionato. Se posso chiedere, dove avete trovato le informazioni su suo figli Órækja? Nei testi che ho letto viene sempre citato marginalmente, nonostante fra i suoi discendenti sia stato quello a distinguersi di più.

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  2. Buongiorno!

    ho scritto la tesi anni fa e alcune fonti non le ricordo alla perfezione. Sulla storia dell'Islanda un libro imprescindibile è "Iceland’s 1100 years: history of a marginal society", prettamente storico, così come "Bloodtaking and Peacemaking: feud, law and society in Saga Iceland" che però è più giuridico.

    Alcune informazioni più specifiche, e su Órækja in particolare, le ho riprese dagli estratti di "Islenzkar æviskrár frá landnámstímum til ársloka" di Páll Eggert Ólason che dei docenti islandesi mi avevano gentilmente tradotto e non avevo inserito in tesi perché prettamente storici e non giuridici.

    Credo che questo libro sia una delle principali fonti di informazioni sulla storia islandese, ma è difficilmente reperibile e comunque esiste solo in islandese.

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