Cerca nel blog

Menù

giovedì 14 agosto 2014

Il Grande Inter e l'Inter di oggi: ecco la squadra che affronterà lo Stjarnan in Europa League

 “ Se sei all’Inter devi pensare a vincere. Il resto non conta.” Queste parole furono dette da Claudio Ranieri in una delle sue interviste. Ho pensato molto a come scrivere questo articolo, e ho capito che ci sono solo due modi per farlo: posso trattare della storia dell’Inter, dei suoi successi, dei suoi trionfi, delle partite più importanti della storia; ma allora dovrei scrivere praticamente un libro; oppure dovrei trattare semplicemente della sua formazione attuale, ma rischierei di essere nioso, e troppo incerto. Allora proverò a fare un po’ l’una e un po’ l’altra cosa.


È certamente difficile trovare un vero tifoso di calcio, anche del campionato del paese più lontanto dall’Italia, che non conosca l’Inter, essenzialmente per due motivi: il primo, appunto, è che l’Inter è stato un club di livello mondiale ed europeo per molto tempo, il secondo,  risiede proprio nel suo nome, Internazionale. 


Il club calcistico è nato la sera del 9 marzo 1908 al ristorante “l’ orologio”, con il nome Foot-ball club Internazionale (“Milano” verrà aggiunta solo nel 1967). A fondarlo furono 44 dirgenti dissidenti della Milano Football and cricket club. Il motivo fu proprio che nel club non si volevano più accettare altri giocatori stranieri oltre quelli che già militvano nel club. Fu Giorgio Muggiani, pittore milanese, a scegliere i colori e lo stemma del club, mentre il primo presidente fu Giovanni Paramithiotti, mentre il primo capitano Hernst Merktl. Il primo scudetto arrivò già nel 1910, poi una serie di deludenti sconfitte.  Da notare  è che durante il periodo fascista il nome fu cambiato in Ambrosiana; l’ Ambrosiana vinse il primo scudetto del campionato di serie A a gironi, poi la sua prima Coppa Italia contro il Novara, il suo quinto scudetto, e nel 1942 Masseroni, in piena guerra, divenne presidente del club che nel 1945 rinominerà Internazionale. Dopo anni di digiuno riuscì a rinconquistare lo scudetto, con Foni, nel 1953, mentre nel 1955 divenne presidente Angelo Morattti, che chiamerà a lavorare con sè il mago Herrera, e allora comincerà la stagione del grande Inter. Da allora tanti successi fino al 1968, quando il club fu comprato da Fraizoli, che inaugurò un altro ciclo di vittorie; nel 1995 Massimo Moratti riacquistò il club, e con Roberto Mancini rese ancora più grande la storia dell’Inter, fino a quando non arrivò Josè Mourinho, che nel 2010 vinse il Triplete, imponendosi con una delle rose più forti nella storia del club, che giocò comunque un campionato europeo non eccelso, sul Bayern di Monaco, che dovrà aspettare ancora un po’ prima di arrivare al titolo nuovamente. Il 15 novembre 2013 un’assemblea dei soci vende il 70% delle azioni del club al Miliardiario indonesiano Erich Tohir, nominato anche presidente (primo massimo dirigente straniero del club). Sue sono le parole “L’Inter racchiude in sé una splendida storia di passione, una tradizione di vittorie e una forte ambizione al successo. Come ha detto l’indimenticabile Giacinto Facchetti “Il segreto di ogni trionfo sta nella propria convinzione”

Ma affrontiamo il presente: che squadra sarà l’ Inter che dovrà affrontare lo Stjarnan per entrare in Europa Legue?

Per chi non segue il calcio italiano è importante dare una notizia appena uscita: il nuovo presidente della Federcalcio è Carlo Tavecchio: dopo le dimissioni di Giancarlo Abete in Italia si è parlato tanto della crisi del calcio, e delle idee e delle necessità di doverlo in qualche modo riformare. Si può essere più o meno d’accordo sulle capacità di Tavecchio, ma certo dire che rappresenta un cambiamento per il calcio italiano, a mio parere fortemente in crisi, una crisi prima di tutto imprenditoriale (troppi pochi soldi spesi in maniera sconsiderata, troppi soldi guadagnati in maniera non del tutto produttiva), è quantomeno azzardato. Prima esponente della DC, Tavecchio è stato  processato e condannato 5 volte. Cito Wikipedia:  “È stato condannato a 4 mesi di reclusione nel 1970 per falsità in titolo di credito continuata in concorso, a 2 mesi e 28 giorni di reclusione nel 1994 per evasione fiscale e dell’IVA, a 3 mesi di reclusione nel 1996 per omissione di versamento di ritenute previdenziali e assicurative, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per omissione o falsità in denunce obbligatorie, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per abuso d'ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento, oltre a multe complessive per oltre 7.000 euro.[20]”
La candidatura di Tavecchio, in oltre è stata messa in pericolo da una sua stessa dichiarazione « Le questioni di accoglienza sono un conto, quelle del gioco un'altra. L'Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Optì Pobà[6] è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree... ». questa frase, se non proprio razzista, di certo ambigua, ha dato adito in Italia a una marea di voci di indignazione, senza contare quelle che sono giunte dal resto dell’Europa. Comunque sia, auguriamo buon lavoro a Tavecchio, c’è molto da fare.
Insomma, il contesto nel quale l’Inter si trova a giocare è questo. Un campionato nel quale ha spadroneggiato per 3 anni di fila la Juventus, una serie di piccole squadre capaci di affidarsi quasi esclusivamente a una difesa chiusissima. Scandali finanziari, calcioscommesse, arbitri chiusi negli spogliatoi, insulti razzisti a calciatori di colore, soldi soldi soldi, come ho detto prima, non proprio spesi bene.
Dopo essere stato allenato da Stramaccioni, che si può dire aver quasi praticamente affossato al squadra, la guida è passata a Walter Mazzarri, proprio durante il cambio di presidenza. Allora comincerò a descrivere la squadra, o almeno i membri più importanti e i possibili scenari, proprio da lui.
Ex allenatore del Napoli, lo ha portato per 2 anni in Champions e uno in Europa. Probabilmente si può dire di lui che sia un buon allenatore, magari anche bravissimo, ma di certo non ottimo. In realtà una buona percentuale dei successi della squadra partenopea appartengono al Matador Cavani, che proprio oggi si trova a giocarci contro, in amichevole. 104 goals in 3 anni non sono pochi. Il suo primo anno all’Inter non è stato granchè, ma d’altronde con la squadra che aveva non avrebbe potuto fare tanto di meglio. L’attaccante più forte della squadra l’anno scorso è stato l’argentino Rodrigo Palacio, con un’ottima media gol e buono spirito di sacrificio. In definitiva, Mazzarri, non è un grande allenatroe, come già detto, ma è comunque esperto, e soprattutto è uno che punta tutto sulla formazione iniziale. In effetti, anche al Napoli, oltre che all’Inter, non è mai stato più di tanto decisivo sui cambi dalla panchina.
Come detto prima, uno degli attaccanti più forti della squadra attualmente è Palacio. Fisico non prorompente (è piuttosto basso), si affida molto alle sue doti aerobiche: corre molto; tatticamente è invidiabile, è sempre nel posto giusto al momento giusto, fa passaggi motlo intelligenti, e non ha paura di andare in porta, nè di servire i propri compagni. Altro attaccante è Icardi, molto criticato per la sua condotta di vita un po’ bohemien (ed è un eufemismo!). In realtà sono più le critiche che attira, che i gol segnati, almeno per quanto riguarda l’anno scorso. Non è un ottimo giocatore, e quindi non ci si dovrebbe aspettare pericoli certi da lui, ma di certo nel calcio c’è davvero poco, e Icardi un certo talento che l’ha reso famoso, comunque ce l’ha.
Altro giocatore notabile è Hernanes, detto il Profeta. Comprato dalla Lazio l’anno scorso, il centrocampista brasiliano è tatticamente molto forte, imposta bene il gioco e ha buon fiuto per il gol. Quasi certamente titolare. Guarin e Kovacic sono due ragazzi molto apprezzatti per le loro raffinate doti tattiche di impostazione di gioco e di controllo di palla, in particolare il secondo. Guarin si affida più che altro alla sua dirompente forza fisica: in oltre cerca spesso il tiro dalla distanza ma il più delle volte il risutato non merita il replay. Kovacici invece è un giovane talento, col fiuto per gli assist, e può fare molto bene in campo, enche giocando per pochi minuti. Difetta un po’ in fase difensiva. Agli esterni Jonathan, Campagnaro e Dodo’, new entry, oltre che Nagatomo, costituiscono una buona serie di soluzioni per il ruolo di terzino. Certamente non sono giocatori spettacolari. Nagatomo è un combattente, Campagnaro è l’uomo che da’ tutto in campo, Dodo’ è un giovane talento. Jonathan viene beffamente soprannominato “il Divino”, scoprirete perchè vedendolo giocare. Non giocheranno alcune leggende come Cambiasso, svincolato, Milito, svincolato anch’egli, e Zanetti, capitano storico, ormai ritiratosi dal campo. In porta c’è Samir Handanovic: ottimo portiere, pararigori, ha salvato più volte le partite con parate anche spettacolari. Per parlare della difesa bisogna menzionare i nuovi acquisti: oltre Dodo’, venuto dalla Roma, giocherà probabilmente Vidic, comprato quest’estate dal Manchester United. Giocatore tatticamente e tecnicamente forte, non ha bisogno di presentazioni. Ancora M’Vila venuto dal Rubin Cazan, tanto atteso, centrocampista, e Osvaldo, attaccante che ha giocato l’anno scorso nella Juve( non eccessivamente forte). A difesa troviamo ancora Ranocchia, giovane italiano, con molta voglia di fare e coraggio, Juan Jesus, Andreolli, e D’ambrosio. Una difesa che nel ciclo di partite amichevoli in America ha dimostrato di essere ben preaparata e stabile. Altri due gicatori importanti di cui parlare sono Alvarez, che ha dimostrato di essere un giocatore importante per la squadra l’anno scorso,e Ruben Botta, che ha segnato ieri contro l’Entrecht in amichevole. Approposito di amichevoli, quella di pochi giorni fa è stata persa per 3-1 dopo vantaggio iniziale del club neroazzurro.

L’Inter non si trova nel suo periodo di grazia, ma è comunque una squadra da temere, soprattutto per un club agli esordi della propria carriera europea.come tutti, ha i suoi punti deboli che possono essere sfruttati, ma bisogna giocare con grande attenzione la partita di ritorno, e di andata, soprattutto: sfruttare la partita in casa. Comunque sia, sperare non fa mai male, e non costa niente.

Chiudo con le parole di un personaggio  immortale di questa squadra:
Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza. Vi chiedo di urlare forza Inter con passione, ma senza rabbia. (Giacinto Facchetti)


Nessun commento:

Posta un commento